“… volevo solo compiacervi. Mi sembrava giusto essere quel che desideravate, che foste fieri di me. Finché non ho capito che c’era solo un modo per sopravvivere. – Sopravvivere? Sopravvivere a che? – Al vostro amore per me. Grazia e io ci guardiamo. La domanda esce dalla mia bocca quasi non fossi io a farla. – E quale sarebbe, questo modo? Morire di fame? Tommy mi fissa. – Deludervi…”
Questi interrogativi insieme a tanti altri sono ciò che consentono, a Matteo Bussola, di raccontare dal suo punto di osservazione il tormentato adolescenziale con le sue innumerevoli fragilità. Il suddetto tema, piuttosto frequente di questi tempi, viene scandagliato dall’autore nel tentativo di riuscire ad esprimere quale sia il processo che impegna ciascuno di noi a prendere in mano le redini per diventare ciò che si desidera essere rimarcando le relative difficoltà che si incontrano in questo itinerario, breve o lungo che sia.
Come mi relaziono con gli altri; sono prevenuto? Bado all’essenza o resto superficiale terminando dritto fuori strada? Che genitori siamo? Esiste per tutti un dialogo familiare? Imponiamo agli altri di sognare a modo nostro? Siamo in grado di infondere coraggio restando accanto a coloro che vivono momenti di celata ed estrema fragilità? E’ giusto impedire ad un padre di assistere alla nascita del proprio figlio? Tanti gli interrogativi che meriterebbero meditate risposte. L’autore, in questa sua opera, prova a mettere a nudo il faticoso rapporto che si instaura tra genitori e figli che soffrono, gioiscono delle felici conquiste e delle amare sconfitte e, mentre affrontano questo percorso, ci mostrano con estrema delicatezza quel che si prova stando dinanzi a loro e all’inganno subito per divenire se stessi.
Accogliere e amare il proprio figlio diverso da sé, portatore di un mondo che non sempre può piacere, richiede pazienza condito da uno smisurato amore. Ed ecco allora un padre e un figlio che si ritrovano insieme in una stanza, posti l’uno di fronte all’altro, come mai prima sono stati, l’uno specchio dell’altro, in un reparto di neuropsichiatria infantile. Qui abbiamo l’occasione di scorgere altri genitori, altri figli adolescenti che rifiutano il cibo, che si fanno del male, che vivono in modo estenuante il loro processo di crescita, incapaci di dare un nome alle loro tribolazioni.
E madri e padri disorientati, che saggiano analoghe ferite, l’inaccettabile sensazione di essere inadatti a rivestire il proprio mandato. Con voce palpitante e intima di un padre impaurito, Matteo Bussola, fotografa l’istante spaventoso in cui genitori e figli smettono di riconoscersi, e parlarsi diventa impossibile. Attraverso un pugno di personaggi strazianti e bellissimi, ci ricorda che ogni essere umano è un mistero, anche quando siamo noi ad averlo generato.
“Forse si diventa padri, si diventa madri, proprio per imparare quel tipo di amore lì, unico e irragionevole, che non si può sperimentare in nessun altro, in nessun altro tipo di relazione.”
Essere figli, essere padri, madri è compito arduo, complesso, in cui fragilità, fallibilità tante volte incombono silenziosamente. Tutti imperfetti, fallibili, diversi e perciò decisamente umani.
“ – Scoprire la profondità della tristezza di un figlio, a neanche sedici anni, è come trovare qualcosa in un posto in cui non te lo saresti mai aspettato. In cui proprio non dovrebbe esserci.
– Che vuoi dire?
– Tipo, non so. Come trovare la neve in fondo al mare.”
“Forse noi due potremmo ripartire da qui; dal diritto di essere amati semplicemente per ciò che siamo: Non tanto come genitore e figlio, ma prima di tutto come due esseri umani che hanno voglia di dirsi chi sono”
L’autore ci fa strada con la sua narrazione asciutta e diretta consentendoci di interrogarci su cosa voglia dire essere normali, ci invita a rivedere le proprie posizioni, passando dal disfattismo alla consapevolezza dialogica per trovare, insieme, formule nuove per continuare a vivere in modo autentico le proprie esistenze. Un libro che commuove poiché accettare verità che sconcertano non è semplice, accogliere l’altro diverso da me non è così scontato, dichiararsi incapaci di riconoscere i segnali di un disagio o di forme di inadeguatezza, vuol dire ammettere i propri limiti, ma questo deve spingerci a trovare nuove chiavi di lettura per consentire di aprire spiragli di speranza.
Matteo Bussola, nato a Verona nel 1971, fumettista, scrittore e conduttore radiofonico, esordisce con il suo primo libro “Notti in bianco, baci a colazione” pubblicato da Einaudi nel 2016 e diviene un best seller tradotto in diversi Paesi tra cui Spagna, Germania e Stati Uniti, nel 2021 esce la trasposizione cinematografica dell’omonimo libro; nel 2021 ha pubblicato il libro per ragazzi dal titolo “Viola e il Blu” (Salani) primo libro illustrato sugli stereotipi di genere di cui la Fondazione Aida produce una trasposizione teatrale; nel 2023 “Mezzamela. La bellezza di amarsi ala pari”; nel 2024 per Einaudi pubblica il romanzo “La neve in fondo al mare”.
Rosaria Avelluto