Il giorno 8 maggio 2025, alle ore 18.08, la fatidica fumata è arrivata: finalmente bianca! Al “nuntio vobis gaudium magnum”, eravamo tutti con il naso in su e tutti siamo stati presi di sorpresa per la persona scelta dai conclavisti “Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum , Dominum Robert Francis Prevost” e dal nome che l’eletto si è dato: Leone XIV.

Nome che per lui come per gli altri predecessori allude a un programma di governo Tutti, forse, aspettavamo finalmente un papa italiano, dopo 47 anni. Invece ci è stato donato un papa americano, un papa religioso e missionario . Un cardinale, divenuto tale solo da poco, ma che ha servito per tanti anni una diocesi del Perù; e fornito di un curriculum culturale e pastorale di tutto rispetto. Tutti eravamo in attesa che si affacciasse, curiosi di conoscerne i tratti fisici, di come si sarebbe approcciato all’immensa folla presente in Piazza S. Pietro e all’agorà mondiale. Curiosi anche dell’abbigliamento che avrebbe indossato dopo quello ordinario di Papa Francesco. Ed ecco, dopo un’ ora, ci è apparso in abbigliamento canonico, ma con una ouverture tutta inedita e tutta sua: “ La pace sia con voi!” Nel suo breve messaggio scritto, per ben undici volte, ha ripetuto la parola pace categorizzandola come “una pace disarmata e disarmante”! Ci ha voluto dire, in semplicità, che Dio ci vuole bene, Dio ci ama tutti e il male non prevarrà. E che la pace si costruisce innalzando non steccati ma ponti, con il dialogo, con l’incontro. Da buon figlio di Sant’Agostino ci dice: con voi sono cristiano e per voi sono vescovo in umiltà(“i confratelli hanno scelto me senza meriti!”);e che sprona la Chiesa ad essere sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa vicina a chi soffre. Un secondo elemento programmatico del suo pontificato è senza dubbio individuabile nella scelta della lettura del Vangelo(MT,16,16), proclamato durante la messa con i Cardinali nella Cappella Sistina in cui si parla dell’atto di fede di Pietro in Gesù riconosciuto come il Figlio di Dio.

Sicchè il compito di Pietro e dei suoi successori sarà quello di credere e di suscitare la fede in Gesù Figlio di Dio. Nella messa di insediamento si è fatto ricorso al testo di Giovanni (15,15-19) in cui si parla del potere e della missione apostolica riconosciuta a Pietro dopo che questi ripetutamente ha dichiarato di amare il Maestro e di voler stare alla sua sequela sempre e qualunque cosa essa comporti. Analizzando la vicenda di Pietro, il papa chiede a tutti che il Vangelo sia annunciato ad ogni creatura In queste infatti è intravedibile Gesù in tutte le sue movenze e in tutte le sue vicissitudini, fino al martirio nella carne. Da qui il compito missionario che è la ragione precipua della esistenza stessa della chiesa. Non a caso è divenuta uno slogan durante e dopo il Concilio Vat.II. la frase: “la Chiesa quando pensa se stessa si scopre missionaria!”.Papa Leone XIV sogna una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo da riconciliare mentre vive, come ebbe a dire più volte Papa Francesco, la terza guerra mondiale a pezzetti. Tra le tante aspettative che venivano bisbigliate o gridate nell’attesa dell’annuncio della nomina quella più ricorrente era che il nuovo papa dovesse seguire le orme di Papa Francesco.

E su questo versante si può già dire che le aspettative non sono state deluse visto che fin nella scelta del nome vi è un preciso riferimento alla dottrina sociale di Francesco a cominciare dal riferimento della grande Enciclica di Leone XIII appunto: La Rerum Novarum; che ha inventato letteralmente le categorie della Dottrina Sociale della Chiesa, alle quali, per aggiornarla, Papa Leone XIV ha aggiunto l’utilizzo etico- morale della Intelligenza Artificiale sulla quale si giocano le sorti future della economia e della politica. Considerato quanto sia pesante il fardello lasciato in eredità da Papa Francesco e quanti percorsi sono ancora da esperire, Papa Leone, che però è già superallenato con la racchetta e con molto altro, non tradirà la grandissima fiducia che il Popolo di Dio ripone in lui. Se lo sostenessimo con la nostra preghiera e il nostro supporto morale, gli saremmo di grande aiuto.
P. Massimo Proscia
cmf Missionario Clarettiano