Mai come in questo tempo la realtà Politica sia Europea che Extraeuropea si presenta confusa e frammentata. Gli equilibri Geopolitici sono in continua evoluzione che fanno aumentare le difficoltà per una comprensibile lettura dell’attualità politica.
Così come sarà, forse, capitato ad ognuno di noi di chiederci il perché di quanto sta accadendo nella storia del mondo, fortemente segnato da tensioni politiche, sociali e religiose.
Anche perché è facile perdersi se guardiamo al mondo nel quale viviamo; lacerato da guerre infinite, da odi e da violenze di ogni genere, da rigurgiti nazionalisti e da populismi nostalgici.
Per capire “dove va il Mondo” bisogna interrogarsi su alcune questioni di Geopolitica e di Economia che da tempo sono nella nostra testa, a volte anche in modo inquietante.
Le più indagate sono: “La Democrazie liberali sono al tramonto? L’Unione Europea è destinata alla irrilevanza? Il mondo della finanza reggerà il disordine mondiale? Le criptovalute saranno il futuro del denaro? Quali regole sulle valute digitali e sull’intelligenza artificiale? I diritti civili sono in ritirata?
Per orientarsi è necessario riflettere su come è stato esercitato il Potere e la Politica. La nuova realtà geopolitica ci dice che l’unica legge che conta purtroppo è quella della “Forza”. Non contano Ragioni e diritti, la nostra libertà è sotto assedio; La Democrazia e la civiltà occidentale sono entrati in crisi per la strategia d’assalto delle dittature digitali, gestiti da cinici tecnocrati.

Sulle Democrazie liberali, 80 anni dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, non siamo al tramonto, solo che non è chiaro se la più grande Democrazia mondiale come gli Stati Uniti d’America sarà ancora una “Democrazia Liberale”. Il riferimento è rivolto alla Politica economica dell’attuale Presidente Donald Trump che in pochi mesi ha già ordinato iniziative rivoluzionarie, a partire dal Ruolo delle “criptovalute” che potrebbe divenire il futuro denaro da far circolare, e che andranno sinceramente ad influenzare il sistema finanziario, l’ordine mondiale e le attuali relazioni Internazionali. Colpisce il suo modo di far politica con una serie di provvedimenti che puntano a ridurre l’autonomia del Ministero della Giustizia, con attacchi ai Magistrati e agli avvocati, invadendo i poteri del Parlamento, violando le leggi Federali e in contrasto con la Costituzione Americana. La sua attenzione è riservata solo a personalità e a Governanti forti che hanno il disegno di costituire “imperi Moderni a vocazione sovranista”, che vedrà come unici protagonisti le attuali tre grandi Potenze: l’America, la Russia e la Cina.

Tutte e tre impegnate a non far nascere l’Unione Europea, che purtroppo è lenta nel suo processo di integrazione Politica. Va detto che per le sue debolezze e divisioni sarà spettatrice balbettante e timorosa degli scenari in fieri. Si avverte un triste crepuscolo per l’assenza di risorse militari e finanziarie che non ha e che non sembra disposta a darsi. Veniamo alle somiglianze con l’Impero Romano: E’ stato scritto da autorevoli osservatori e commentatori Politici che le Parole e i comportamenti e le strategie del Presidente Trump somigliano a quelle praticate dagli antichi “Imperatori Romani”, che utilizzavano gli strumenti della Guerra, della violenza, del sangue per esercitare la loro sopraffazione, la loro autorità e il dominio sui popoli conquistati.
Per antonomasia il Primo Impero è stato quello Romano che va dal 27 Avanti Cristo sino al suo declino, il 476 Dopo Cristo, che determinò il passaggio successivo dal Mondo Pagano a quello Cristiano, sino ai Regni dei Romani Barbari, e dell’epoca medievale e rinascimentale. La Rivoluzione francese del 1789 portò all’ascesa di Napoleone; con la Restaurazione Monarchica arriviamo agli imperi centrali di Germania e di Austria che durano sino alla fine della Prima Guerra Mondiale del 1918. Dopo la II GuerraMondiale si registra il crollo dei sistemi totalitari del nazifascismo e del comunismo che aprirono la strada al sistema Democratico, declinato sia in modo liberale che in modo illiberale.
Tornando all’attualità l’impero americano, guidato da Trump, è quello che più somiglia all’Impero romano per le sue mire espansionistiche, per la celebrazione del sovranismo e del nazionalismo, una strategia da imporre con qualsiasi mezzo.
Perché, dunque, il nuovo Impero Romano sono gli Stati Uniti d’America; c’è lo dicono alcune significative similitudini: se guardiamo il simbolo degli USA “l’Aquila” è lo stesso delle Legioni Romane; Il motto è latino “è pluribus unum” cioè dà più Stati a uno solo. Il Parlamento si chiama Capitol come il Campidoglio di Roma, la Casa Bianca è un edificio neoclassico e la cupola del Congresso cioè del “Senato americano” è la copia di “San Pietro”. La capitale Washington è costruita come una nuova Roma. Le parole della politica e del potere vengono dal latino; la Repubblica deriva da res pubblica, la cosa pubblica. Nasce a Roma l’idea che lo Stato sia di tutti.

Dopo Roma la prima grande Repubblica è l’America che pur avendo nel suo inno parole belle di questo tenore: “sì dunque sventola ancora quella bandiera adorna di stelle sulla terra dei liberi e sulla patria dei coraggiosi”. Eppure in questo mondo che garantiva i valori liberali, sono entrati i mercanti e i prepotenti che usano la stessa strategia dell’antica Roma e trasformano i nemici sconfitti in vassalli o in alleati alla pari. Durante il mio mandato da Presidente del Consiglio Regionale della Puglia sono stato in America a Washington, invitato a visitare la sede del Congresso (il Senato americano) ed aiutato da un bravo interprete, mi è stato fatto notare che sulla sedia dello speaker sono scolpiti i fasci romani dal latino “rostrum”, simbolo del potere.
Dopo l’Impero romano e quello americano il terzo aspirante è la Russia di Putin che aspira a diventare la “terza Roma” e a far rinascere l’antico “impero degli Zar”. È sempre più impegnato a tenere vivo il conflitto Intereuropeo pur di realizzare i suoi sogni di grandezza e di espansione territoriale. Purtroppo le conquiste sociali e civili del 900 rischiano di evaporare con la riemersione dei regimi Autocratici, fatti di adunate – marce che evocano tempi tristi del nostro passato. Sono emerse le moderne democrazie finte ed illiberali, dalla Russia di Putin e all’Ungheria di Orban, la cui conseguenza è stata la nascita dei populismi in chiave locale e mondiale.
Da sempre, come è noto, fiorisce un’erba maligna quella che inquina il campo delle relazioni tra le culture e si esprime nello scontro, si esalta in un identitarismo assoluto, celebra il nazionalismo e il sovranismo, detestando l’universalismo e il dialogo multiculturale, proposto ed evocato, costantemente da Papa Francesco.

Non dimeno non aiutano le dichiarazioni della premier Meloni, in vista del Consiglio europeo, rese alla Camera dei deputati il 21/ 03/ 2025, specie per l’attacco sbagliato alla “Piazza Pro Europa” del 15 Marzo a Roma, espressa con parole di dileggio nei confronti degli uomini di “Ventotene” luogo dove è stato scritto il “Primo manifesto federalista” dal Barlettano Altiero Spinelli e da Enrico Rossi. Mi auguro che sia stata solo una provocazione, ma molti “osservatori” hanno paragonato quelle parole al discorso di Mussolini del 1924, quando si assunse la responsabilità politica e morale del declino Matteotti. Nei giorni scorsi il contesto europeo è stato profondamente segnato. Da un lato le parole del Presidente Trump sulle origini dell’Europa unita che sarebbe nata come una truffa a danno degli USA, dall’altra le mire espansionistiche di Putin, iniziate con la guerra in Ucraina, ha messo sempre più in evidenza la profonda crisi dell’Europa.

Al di là delle contrapposizioni ideologiche quello che sta accadendo mostra in modo netto come siano attuali il pensiero, visione Europeista di Alcide De Gasperi, la sua eredità che nonostante le macerie e la paura, ebbe il coraggio di proporre un’Europa senza dogane e senza confini, una comunità per la pace e per la sicurezza.