Recuperare la memoria dimenticata: nell’80° anniversario della Liberazione 25 giovani di Italia, Spagna, Francia e Portogallo da domani al 12 febbraio impegnati ad Altamura (Bari) nella 2° tappa del progetto europeo Refore. Visita al Campo di prigionia 65 ma anche ai luoghi storici di Bari e Barletta. Workshop, podcast, incontri con gli studenti e i cittadini e perfino una caccia al tesoro.
Si svolgerà ad Altamura (Bari), da domani al 12 febbraio, la seconda tappa del progetto “Refore- Youth network for Recovering the Forgotten Remembrance (Recupero della memoria dimenticata)”, organizzato nell’ambito del programma Cerv Call- 2023-Citizens Rem della Commissione Europea (“Cittadini, uguaglianza, diritti e valori”) e co-finanziato dall’Unione europea. A promuoverlo cinque organizzazioni giovanili europee: Auryn (Leon-Spagna), soggetto capofila; Link (Altamura-Italia); Aequalitas (Lisbona-Portogallo); Intercultura (Dinan-Francia); La Vibria (Terrassa -Spagna). In tutto sono 25 i partecipanti. Dopo il primo meeting di dicembre a Dinan (Bretagna) sul tema “Seconda guerra mondiale: lo sbarco e la resistenza al totalitarismo in Francia”, il titolo dell’incontro in Italia è “La storia siamo noi”, organizzato dall’associazione Link, in collaborazione con l’associazione Campo 65, il liceo “Cagnazzi” e l’Università degli Studi di Bari (Dipartimento di ricerca e innovazione umanistica-Dirium).
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L’obiettivo del progetto è quello di una riflessione comune e di un confronto tra gruppi di giovani (e non solo) sui temi della memoria storica e dei totalitarismi del secolo scorso ma anche su quelli della democrazia, della cittadinanza, dei diritti, della partecipazione, della non violenza, della pace, dei nazionalismi e dei populismi dei tempi attuali, con la prospettiva di formare gruppi stabili di giovani a livello locale sensibili su questi argomenti e favorire un effetto moltiplicatore e una disseminazione presso altri coetanei. La prospettiva è quella della creazione di un network transnazionale per il recupero della memoria dimenticata. Peraltro in Italia questa azione transnazionale di apprendimento (Transnational learning action) coincide con l’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Ad Altamura il focus dell’iniziativa è Campo 65 che tra il 1942 e il 1943 ospitò la più grande struttura detentiva di prigionieri delle forze alleate in Italia durante la seconda guerra mondiale. Una vera e propria città, a metà strada tra Altamura e Gravina in Puglia (in alcuni documenti il Campo viene denominato ‘Gravina’), dove vennero costruite circa 80 baracche, più gli edifici di servizio, su una superficie di circa 30 ettari.
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Lì furono detenuti militari dell’esercito del Commonwealth britannico (Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, India, ecc.) catturati dalle forze militari dell’Asse, Italia e Germania, sul fronte di guerra nord africano. Dal Campo 65 passarono complessivamente circa 12 mila persone. Nel 1943, a seguito della ‘risalita’ degli Alleati dalla Sicilia, il campo di prigionia venne dismesso. Parte della struttura venne destinata all’addestramento di partigiani dell’esercito di liberazione jugoslavo presenza di cui rimane ancora traccia in alcune baracche. Dopo la guerra, a partire dai primi anni cinquanta, il campo accolse, fino al 1962, i profughi provenienti da Istria, Venezia Giulia e Dalmazia e dalle ex colonie italiane. I partecipanti al progetto Refore, domani mattina, visiteranno prima il Campo, guidati da Domenico Bolognese, presidente dell’associazione Campo 65, e poi i murales realizzati da street artists alla periferia della città. I primi, seppure ancora non sufficienti, interventi di protezione, oltre ad altre attività divulgative compresi i murales, sono stati sostenuti da una legge regionale sui Luoghi della Memoria. Sono imminenti, inoltre, lavori di prima messa in sicurezza da parte del Comune che recentemente ha sostenuto la pulizia del campo in occasione delle giornate del Fai. Attualmente nell’area, che si trova a ridosso della strada statale 96 ed è un bene storico tutelato, di proprietà del Comune di Altamura, sopravvivono una dozzina di edifici tra i quali l’imponente palazzina comando, tutti in condizioni di precarietà statica. Il progetto, proposto dall’associazione Campo 65, ne prevede il recupero e la valorizzazione a fini di ricerca storica, ma anche educativi, ricreativi, culturali e ambientali. Durante la loro permanenza in Italia i giovani partecipanti di Refore, oltre a workshop interattivi, approfondimenti di natura storica, un “contatto” a distanza con i discendenti dei prigionieri, discussioni di gruppo, realizzazione di podcast, attività creative, redazione di un vocabolario e di una filmografia della Memoria e della Resistenza (anche oltre i ‘confini’ della Seconda guerra mondiale), conosceranno la città e la sua storia attraverso una intrigante caccia al tesoro fotografica e incontreranno gli studenti del Liceo “Cagnazzi” che, anche sotto la guida della professoressa Annalisa Di Vincenzo, da anni, sono impegnati nello studio della Storia del Novecento e in particolare del Campo 65.
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Con loro approfondiranno anche temi più attuali come le parole d’odio e la comunicazione non ostile. La maggior parte delle attività si svolgerà nell’Agorateca-Biblioteca di Comunità in via Stefano Lorusso, 1, accanto alla scuola media “Tommaso Fiore”. Inoltre nella giornata di lunedì 10 febbraio visiteranno a Bari il Dipartimento di ricerca e innovazione umanistica (Dirium) dell’Università per un seminario in forma di talk con il professor Giuliano De Felice che illustrerà le campagne di scavo effettuate al Campo 65 negli anni scorsi e quella ancora in corso, nell’ambito dell’archeologia del contemporaneo. A seguire, accompagnati da Sergio Chiaffarata Iannelli, dottorando del Pasap-Med-UniBa, conosceranno alcuni luoghi significativi della Resistenza ai nazi fascisti, dopo l’8 settembre ‘43, nel Borgo Antico e al porto che venne bombardato più volte durante il secondo conflitto mondiale. Infine a Barletta, accompagnati dall’architetto Rosanna Rizzi, visiteranno lo Spomenik, l’ossario commemorativo dei caduti jugoslavi che si trova nel cimitero della città della Disfida e, in centro, insieme a Roberto Tarantino, presidente provinciale onorario Anpi Bat, si soffermeranno sul luogo in cui, il 12 settembre ‘43, vennero fucilati dai nazisti 10 vigili urbani e 2 netturbini. Nell’ultima giornata di lavori, l’11 febbraio, dalle 17.30 alle 19.00, sempre in Agorateca, incontro aperto al pubblico nel corso del quale verranno illustrati i risultati del meeting anche mediante podcast e una mostra. Le prossime tappe di Refore, un progetto che, tra le altre cose, ha l’obiettivo di favorire il dialogo e la conoscenza interculturale, si svolgeranno nei prossimi mesi in Spagna, in Polonia (Auschwitz-Birkenau), in Portogallo e di nuovo in Spagna.
Per contatti e informazioni:
Pasquale Dibenedetto 3334225560
Mino Vicenti 331 603 0491