La piantumazione dell’albero presso la scuola primaria VI° Ciclo Didattico “don Lorenzo Milani” è stata una manifestazione solenne dedicata anche ai bambini di Altamura nati il 10 maggio 2024, premiati dopo quasi un anno dalla nascita, in braccio alla gioia dei genitori. Il 8 febbraio del 1799 fu piantato in piazza Duomo l’albero di olmo simbolo di libertà, uguaglianza, fraternità, principi della Repubblica.
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Stamattina si è voluto ricordare quell’avvenimento per amare la patria democratica, ormai minacciata da tentativi di potere e di scontri ideologici per annullare i fondamenti repubblicani, nati in Italia dopo la seconda guerra mondiale del 1900.
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Perché coinvolgere i bambini della scuola primaria? L’educazione ai principi umani, civili ed evangelici, deve iniziare dalla famiglia, dalla scuola, dalla Chiesa per i fanciulli prima che la parte della società corrotta distrugga la naturale purezza dei piccoli.
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La presenza delle famiglie dei neonati dell’anno scorso, della dirigente scolastica Angela Marvulli, della vicesindaco Angela Miglionico, di don Giuseppe Creanza ha rappresentato i valori fondamentali delle istituzioni repubblicane. La presidente dell’Associazione Martiri 1799, Tonia Tota, organizzatrice dell’iniziativa, ha espresso il significato della cerimonia, che ormai è un rito annuale ricordare il 8 febbraio e il 10 maggio i due eventi del 1799, inizio e fine di una repubblica, esperienza di tre mesi di gioia, terminata nel dolore quando Altamura fu saccheggiata dalle bande sanfediste portando morte, incendi, distruzione. La città si difese con tutte le forze possibili, ma dovette subire violenza e ferocia. Essa definita alcuni anni prima per la sua Cultura Universitaria “Atene della Puglia” divenne “Leonessa delle Puglie” per il suo amore di libertà, uguaglianza, fraternità.
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Commemorare il ricordo elogiativo con le parole delle quattro istituzioni Famiglia, Scuola, Governo comunale, Chiesa, presenti alla cerimonia, ha creato il clima di unità per un lavoro educativo per gli allievi della “Don Milani”. I più vivi protagonisti sono stati i fanciulli, che sono stati i primi a deporre il terreno sulle radici dell’albero della libertà, seguiti poi da tanti personaggi invitati alla celebrazione. La presenza di alcuni bersaglieri dell’Associazione piumata con i loro cappelli alimentava il folklore della solennità. Questa ha compreso anche tutta la scolaresca con gli insegnanti, che hanno organizzato danze e canti, accompagnati da musica di allegria per una festa di comunità che si proietta nel futuro con la speranza di un avvenire migliore.
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Sono stati questi gli auguri di don Giuseppe Creanza durante la benedizione dell’albero, come fu il 8 febbraio del 1799, sull’esempio del Prelato vescovo mons. Gioacchino De Gemmis, che invitò il popolo tutto a cantare in Cattedrale il Te Deum, l’inno di ringraziamento al Signore. Vincenzo Basile