Seconda parte
U jusә aveva di solito un unico locale abbastanza grande oppure c’era un tramezzo dietro il quale c’era la camera da letto e i servizi igienici. Il letto era alto circa un metro. Per salire a volte occorreva uno sgabello. Questa altezza si spiegava perché sotto il letto c’era immancabilmente l’orinale, la rәnnelә, e si conservavano le patate e le cipolle, che erano nascoste da una fascia ricamata che girava attorno al letto, u giralittә. Al capezzale c’era di solito un quadrodella Madonna. Il materasso era ripieno nei casi migliori di paglia di granturco, u ranonә, oppure di paglia di orzo, la pagghjarәsscinә, e poggiava su quattro tavoloni sorretti da due attrezzi di ferro, i pitә du littә.
U littә U quadrә
I pitә du littә La rәnnelә
Al centro la banghәteddә, il tavolo per il pranzo e la cena.
La banghәteddә
Se la casa aveva solo una stanza, il letto stava di fronte. La parte retrostante del tramezzo era destinata a deposito degli attrezzi agricoli, a volte a stalla, e ai servizi igienici, di solito isolati da una tenda. Per servizi igienici si intendeva u puetә du uacilә otolettә, mobiletto in ferro battuto che sorreggeva lo stretto necessario per lavarsi: specchio, catino, asciugamano, portasapone, brocca d’acqua, la capesә per defecare, e la rәnnelә per orinare. Ad un chiodo conficcato nel muro era fissato un filo di ferro, a forma di uncino, sul quale erano infilati, a modo di carta igienica, tanti pezzi di giornale tagliati di uguale misura per i grandi e ad un altro chiodo una pezza morbida per i bambini, che veniva lavata e riutilizzata. La carta era troppo dura per i sederini dei bambini! A volte invece della carta per gli adulti si usava uno straccio, la pezzә, anch’esso lavato e riutilizzato.
Poiché in queste case ancora non c’era acqua e fogna (anni 50-60) i liquami erano raccolti la mattina presto da impiegati comunali. Vedi foto.
Data la mancanza dei servizi igienici per fare il bagnetto ai bambini (e non solo) bisognava arrangiarsi in vari modi. (Vedi foto sopra, Archivio Galetta)
A causa dell’altezza del locale, a volte nella parte retrostante il muro divisorio c’era un soppalco in legno, u tauletә, a cui si accedeva mediante una scala, pure in legno. Qui era allestito un letto nel quale dormivano i figli maschi; se questi erano più di tre, alcuni dormivano a capәtelә, altri a pitә: i piedi degli uni toccavano le teste degli altri, assaporando gli odori, specie d’estate! Se c’erano delle femmine, nella parte retrostante si allestiva u lәttәciddә, separandolo con un piccolo tendaggio da occhi indiscreti.
Poiché a quei tempi non c’era ancora la raccolta differenziata, l’immondizia era messa al centro dell’incrocio o ad un angolo della strada e la mattina passavano degli operatori comunali per la raccolta.
Vito Ciccimarra