“Non intendiamo chiudere gli occhi davanti a questa ondata di violenza che sta colpendo i nostri giovani. Le Istituzioni e la politica vogliono fare la loro parte in questa battaglia per la legalità. Ne sentiamo il peso e la responsabilità”. Lo ha detto la Presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, in apertura dell’evento che si è svolta questa mattina nell’Agorà del Consiglio regionale della Puglia dal titolo “Contro ogni violenza, il coraggio di dire no. La testimonianza di padre Maurizio Patriciello”. “Ho fortemente voluto questo incontro con gli studenti – spiega la Presidente – perché chiedo a loro di stringere un’alleanza con noi, di istaurare un dialogo per superare insieme questo momento buio dove troppe volte la violenza sta prendendo il sopravvento. Noi dobbiamo dare il buon esempio e anche nella dialettica politica serve abbassare i toni dello scontro, per agevolare il dialogo nel rispetto delle idee degli altri. Così come è necessario rispettare le Istituzioni, questi attacchi alla magistratura rischiano di lanciare messaggi sbagliati tra i cittadini delegittimando l’operato della giustizia. È un sentiero molto pericoloso per il nostro Paese e per la società”. Si tratta dell’ottavo incontro del progetto C6?.! Le 6 C, organizzato dalla Biblioteca del Consiglio regionale della Puglia “Teca del Mediterraneo” che ha visto protagonista padre Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, impegnato in prima linea nella lotta contro la camorra.A dialogare con il parroco gli studenti e le studentesse dell’I.I.S.S Salvemini di Alessano, del Liceo Don Tonino Bello di Copertino, dell’I.I.S.S Galileo Ferraris di Molfetta, del Liceo Statale “G. Comi” di Tricase e alcuni rappresentanti del progetto Giovani in Consiglio: da osservatori a protagonisti. Un messaggio forte è partito oggi dal Consiglio regionale.“Non servono eroi – ha detto il parroco – ma servono modelli vicini ai giovani, padri, madri, zii, preti che diano il buon esempio con azioni quotidiane. La criminalità punta sempre al denaro e copre gli spazi lasciati vuoti dallo Stato. Non dobbiamo aspettare che muoiano i ragazzi per renderci conto di una pentola che bolle e di un problema che esiste. Va affrontato”.All’incontro hanno partecipato Viviana Matrangola, Assessore alla Cultura, tutela e sviluppo delle imprese culturali, Politiche Migratorie, Legalità e Antimafia sociale e Renato Perrini, Presidente della Commissione regionale di studio e d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia. “È stata una grande emozione ascoltare padre Maurizio Patriciello, parroco di Caivano e conosciuto per la sua battaglia contro la camorra, parlare nell’agorà del Consiglio regionale a circa 300 studenti, giunti da tutta la Puglia – dice Perrini – La forza delle sue parole ha conquistato non solo loro, ma tutti noi e la dimostrazione è stata la partecipazione vera dei ragazzi che si sono confrontati con don Patriciello in un dialogo vero e proficuo, perché frutto di riflessioni non ‘costruite’, ma sentite. Un grido di aiuto – don Maurizio ha detto loro: aiutateci a capire cosa vi sta succedendo – che è stato recepito e che, sono convinto, ha innescato in ognuno di quei ragazzi se non un cambiamento, degli interrogativi sul perché di determinati comportamenti violenti che vedono gli adolescenti sempre più protagonisti di fatti criminali e violenti. L’esperienza da presidente della Commissione antimafia regionale mi ha ‘insegnato’ che i giovani possono essere coinvolti, e in alcuni casi recuperati, solo se noi adulti siamo in grado di dare un buon esempio. Quello di don Patriciello è sicuramente l’esempio degli esempi”. L’evento è stato moderato da Lucia Portolano, portavoce della Presidente del Consiglio regionale.Il progetto “C6?.! Le 6 C” è vincitore dell’Avviso pubblico “Giovani in Biblioteca” del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei ministri, diretto alla realizzazione di azioni volte a favorire e sostenere la creazione di spazi di aggregazione destinati alle giovani generazioni nei quali promuovere attività ludico-ricreative, sociali, educative, culturali e formative, per un corretto utilizzo del tempo libero.Il progetto, che si struttura come un percorso di cittadinanza attiva, ha l’obiettivo di aiutare ogni giovane a prendere coscienza di sé stesso e del proprio potenziale, di spronarlo ad essere cittadino attivo, di rafforzarne la riflessione critica su temi di interesse comune per renderlo protagonista del mondo che lo circonda.Possono partecipare studenti di scuola superiore, universitari, giovani imprenditori, lavoratori e non occupati, e tutti gli interessati che abbiano tra i 18 e 25 anni.
In Consiglio regionale don Maurizio Patriciello dialoga con le studentesse e gli studenti: un’alleanza tra istituzioni e giovani contro la violenza
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