Nella Cattedrale, domenica 16 giugno, si è svolta la presentazione degli alunni della scuola primaria che hanno vinto il concorso poetico. Dei tre premiati il primo, rappresentante della classe 5° A del Circolo “Don Lorenzo Milani, ha letto la poesia dal titolo: “La Resistenza della Leonessa contro lo sciacallo vestito di porpora”. La giuria ha espresso questo giudizio: “La lirica presenta una accurata e approfondita conoscenza dell’evento storico e lo rielabora in maniera originale attraverso l’utilizzo di metafore ed valenze semantiche fortemente immaginative”. Chi è il cardinale? Si chiama Fabrizio Ruffo, calabrese famoso per la scienza giuridica ed economica a servizio della Santa Sede e del re di Napoli Ferdinando IV Borbone. Il “Porporato” aveva ottenuto dal Papa Pio VI il titolo onorifico di cardinale, ma non era né vescovo né prete, ma diacono, che non poteva celebrare la messa, come molti invece hanno affermato. In Calabria di famiglia nobile e potente possedeva grandi proprietà. Rifiutava la libertà e l’uguaglianza e tanto meno la fratellanza per non perdere potere e dominio. Egli combatteva per i suoi interessi economici e nobiliari. La crociata in nome della fede era una falsità per ingannare il popolo cristiano.
Il re, rifugiatosi a Palermo lo sapeva, lo lasciò agire, ma non gli diede aiuto economico. Come finanziare le truppe banditesche assoldate? Li convinse con la promessa dell’aggressione alle città repubblicane, rapinando e appropriandosi di tutto ciò che volevano, eccetto dell’oro e dell’argento da consegnare a lui. Con il desiderio delle rapine si unirono tanti facinorosi, tutti chiamati bande sanfediste, perché dove toglievano l’albero della libertà innalzavano la croce di Cristo. Questo avvenne anche ad Altamura il 10 maggio 1799, che si difese fino all’estremo. Il titolo Leonessa della Puglia dona orgoglio alla città che ha subito il martirio di tanti suoi figli: si possono contare 132 individui di ogni ceto, in particolare 37 tra sacerdoti e monaci, testimoni della vera fede, uccisi o prigionieri condotti al Forte di Brindisi, altri a Trani e al castello di Melfi, altri ancora all’isola di Santo Stefano. Perseguitati, fuggiti o mandati in esilio, raminghi per altre regioni, tutti sono martiri nella sofferenza per amore degli ideali evangelici, che sono alla base della rivoluzione repubblicana.
In Cattedrale è stato celebrato il loro ricordo con il rito religioso della Messa dal parroco don Angelantonio Cianciotta in suffragio di tutti i cittadini aggrediti per difendere la loro città. Alla fine il celebrante ha annunciato che il vescovo mons. Giuseppe Russo lo ha nominato Vicario generale della diocesi di Altamura, Gravina, Acquaviva delle Fonti. Un lungo applauso si è alzato dalla Assemblea che riempiva la chiesa. La stessa approvazione hanno suscitato i momenti solenni della consegna dei diplomi di encomio per i neonati il 10 maggio, giorno della gloria altamurana, per i bambini premiati e quelli che hanno partecipato al concorso poetico. Il coro polifonico della Università della Terza Età, diretta dalla soprano Rosa Simone, è sempre disponibile ad allegrare col il canto e il suono le pubbliche cerimonie. La manifestazione è stata conclusa al monumento della libertà in Piazza Duomo con l’omaggio floreale al suono del trombettista intonando il “Silenzio” per i caduti e l’inno di Mameli per amore della patria.
Vincenzo Basile