Nel caso i cui i tempi di attesa (classi di priorità) riportati sulla ricetta non vengono rispettati il paziente per legge può essere rimborsato se si rivolge ad un servizio privato. Vi spiego come.
La Conferenza Stato-Regioni ha deciso di rinviare il diritto delle nuove prestazioni previste dai nuovi LEA (Livelli essenziali di assistenza) al 1° gennaio 2025. La Ragioneria Generale dello Stato in merito alla proposta di slittamento dell’entrata in vigore delle nuove tariffe per i LEA, invita il Ministero della Salute a rendere indisponibili per altri servizi (inefficienze regionali) le risorse finalizzate ai LEA. Un gruppo di scienziati e liminari (dal premio Nobel Parisi, all’ematologo Locatelli, al farmacologo Garattini) chiedono un intervento per bloccare lo smantellamento progressivo delle cure per tutti. Un appello a difesa di ospedali e terapie, con una proposta di un piano straordinario di investimenti dopo 20 anni di tagli che ha raggiunto il punto più basso. Nel 2025 è previsto in bilancio solo il 6,2% del PIL. I dati. Negli altri paesi europei si supera di molto quella percentuale: Germania 10,9%, Francia 10,3%, Paesi Bassi 8,6%. Come pure la spesa procapite nel 2022 : Italia 2,208 €, Francia 3.986 €, Germania 5.086 €, Paesi B. 4,602. Il pubblico spende sempre meno e i cittadini sempre di più. Nel 2019 si facevano oltre 210 milioni di visite ed esami, dato mai più raggiunto. Nei primi 6 mesi del 2023 non si è arrivati a 100 milioni di visite, le strutture lavorano meno (non solo per carenza di personale, per problemi organizzativi e soprattutto per scelte private), la domanda tende ad aumentare e le liste si allungano e chi non può pagare rinuncia (oltre sei milioni di pazienti) alle cure. La Corte dei Conti relaziona: nel 2022 la spesa a carico delle famiglie è stata il 21,4% di quella totale, pari a 624,7 € procapite, in crescita del 2,1% rispetto al 2019. In altri paesi, quelli che hanno una maggiore spesa pubblica, la spesa dalle tasche dei cittadini, è l’8,9% in Francia, e l’11% in Germania. Tutti questi dati dimostrano come la via della privatizzazione è praticata, ma mai dichiarata. La spesa militare. Per il 2024 l’Italia si appresta a spendere 29 miliardi in armi. Secondo alcuni esperti, sarebbero bastati 5 miliardi l’anno per 5 anni per riportare il nostro SSN alle prestazioni prepandemia, abbattendo le liste di attesa. Evidentemente conviene investire più sulla morte che sulla vita. Un servizio sanitario che funziona non tutela solo la salute, ma contribuisce anche alla coesione sociale e migliora l’economia del paese. Un popolo che sta bene in salute produce di più e si riconosce nelle cose che fa. Come si legge l’impegnativa del medico in base ai codici di priorità prescrizione(tempi di attesa). Come primo accesso. Sulla ricetta elettronica alla voce priorità prescrivibile al centro il medico indica una lettera: U (urgente) prestazione da eseguire entro 72 ore; B (breve) da eseguire entro 10 giorni; D (differibile) da eseguire entro 30 giorni per visite, entro 60 per accertamenti diagnostici; P (programmata) da eseguire entro 120 giorni. Sospendere le attività di prenotazione (fenomeno delle cosiddette liste di attesa bloccate o agende chiuse) è una pratica vietata dalla legge 23 dicembre 2005 n.266, art.1, comma 282 (finanziaria 2006). La legge recita: le Regioni devono vigilare sul rispetto del divieto si sospensione dell’attività di prenotazione. Sono previste sanzioni amministrative in caso di violazioni del divieto di cui al comma 282. Prenotazione di visite e esami strumentali di controllo (non prime visite). Il Piano Nazionale di Governo delle liste di attesa (PNGLA) stabilisce che nelle prescrizioni deve essere chiaro se trattasi di prestazione in primo accesso o prestazione successiva al primo accesso come controllo. I controlli devono essere prescritti dal professionista (specialista) che ha preso in carico il paziente senza che questi sia rimandato al Medico di Medicina Generale(medico di famiglia) per la prescrizione e a tal fine le Aziende devono prevedere idonee modalità per consentire la prenotazione da parte del medico specialista della struttura (devono provvedere a inserire il paziente nelle liste di attesa). Tutte queste informazioni si trovano sul sito del Ministero della Salute. Nel caso in cui i tempi di attesa superano i tempi segnalati dal medico attraverso i codici. Il Decreto Legislativo 29 aprile 1998 n. 124 prevede che, qualora l’attesa della prestazione richiesta si prolunghi oltre il termine fissato, (come previsto dai codici delle lettere riportate dal medico sulla ricetta)l’assistito può chiedere che la prestazione venga resa nell’ambito dell’attività libero professionale (attività intramoenia a pagamento), ponendo a carico dell’azienda ASL l’intero costo della prestazione. Queste richieste vengono fatte in particolare da associazioni che si occupano del rispetto dei tempi previsti dalle prescrizioni, attraverso l’invio di una PEC al RULA (Responsabile Unico Liste di Attesa) che è un dirigente, che ogni Azienda ha in dotazione, che si occupa del rispetto delle norme. Nel prossimo articolo affronterò altri problemi legati al tema.
Michele Lospalluto