Interessante confronto tra tecnici ed associazioni per il rapporto di vicinanza tra il centro storico di Altamura e i Sassi di Matera, vicini per vita comune, anche se distanti dal punto di vista urbanistico ed antropologico. Il presidente della “Proloco” Colonna ha sottolineato l’impegno a sensibilizzare l’amministrazione comunale per interventi di tutela e valorizzazione del borgo antico, meta importante per il turismo della nostra città. Nella sua introduzione il moderatore architetto Ciccimarra, ha denunciato, proponendo la istituzione di un ufficio ad hoc, i mancati controlli sull’uso del colore, dell’uso diffuso dei cancelli in ferro per bloccare l’entrata nei claustri da parte di vandali e dell’uso di porte e finestre anticorodal. Su quest’ultimo argomento il presidente della “Associazione B&B” Disabato ha proposto al Comune di avviare un bando per facilitare con agevolazioni, la sostituzione di infissi anticorodal, dopo aver sottolineato il ruolo informativo delle strutture, come centrale nell’approccio con i turisti.
L’architetta Baldassarre in rappresentanza della “Associazione Festival dei claustri”, ha ricordato il ruolo importante delle iniziative nei calustri, per attenzionare i diversi problemi e la mancanza di una programmazione. Francesco Foschino redattore della rivista “Mathera” ha spiegato che la riflessione del confronto è nato da un articolo dell’architetto Centoducati che ha ispirato quello che è un parallelismo tra la cellula urbanistica del calustro di Altamura e quello di Matera che è stato oggetto di studio sui vicinati.
Questo ci ha spinto ad indagare quali possono essere le similitudini tra vicinato e claustro e magari anche le differenze, infatti hanno avuto storie totalmente diverse. Ma è importante questa vicinanza urbanistica che dovrebbe legare le due città, città che fanno parte dello stesso territorio, dello stesso ambiente, è normale che ci siano vicinanze dal punto di vista urbanistico ed architettonico, anche se diversi nella struttura e orografia. Il centro storico di Altamura è pianeggiante, quello di Matera al contrario è ripidissimo, sorge sulla Gravina. Ha letto un pezzo di un articolo dell’Unità del 1963, nel quale si denunciava lo stato di degrado dei Sassi e delle condizioni di vita dei residenti e lo stesso si faceva del centro storico di Altamura. L’architetto Centoducati tra i promotori della conferenza, ha pubblicato diversi studi sul nostro centro storico, ha sostenuto che in questo primo incontro si cerca di far conoscere le due realtà. A Matera i vicinati sono poco conosciuti, ma valorizzati, anche ad Altamura i claustri sono poco conosciuti e poco valorizzati. Sono certamente delle tipologie di aggregazione popolare e si sono formati per Matera ad iniziare dal VII° secolo circa d.c. sino ai giorni nostri. Per Altamura dal XIII° secolo d.c. fino al 1900. Nel panorama del Mediterraneo esistono numerosi esempi di case intorno alle corti, in particolare al Sud del nostro paese. Mentre nei centri vicini, Bari, Noci, Gravina ecc. questa tipologia ha avuto un arresto con la fine del Medioevo. Ad Altamura e Matera c’è stata una continuità nell’uso, nel 1500 e 1600 e addirittura li ritroviamo anche nelle due città novecentesche. Il prof. Mirizzi docente presso l’Università di Basilicata, ha ricordato che il vicinato era una forma di vita sociale, una organizzazione parafamigliare, che coinvolgeva l’intero Mediterraneo. Il vicinato caratterizzava l’organizzazione sociale di tutta quell’area e Matera ed Altamura che sono due città che sono collocate in quest’area, evidentemente non possono che confermare questo dato. Dal punto di vista storico e della organizzazione degli spazi, le differenze sono notevolissime. Le relazioni all’interno di uno spazio su cui convergevano abitazioni e gruppi famigliari, che il più delle volte non erano imparentati tra di loro, ma si stabilivano delle relazioni forti e contrastanti, non tutto era positivo nel vicinato, spesso era luogo di conflitti, è presente in entrambe le città. Questo significa, dal mio punto di vista, che il vicinato si definisce più sul piano delle relazioni sociali, che non degli spazi. Le due città sono molto differenti tra di loro e hanno avuto anche delle storie molto diverse. I sassi furono definiti dai leader della politica di allora, De Gasperi e Togliatti, che li visitarono, una vergogna per il degrado e furono sgomberati e ai residenti furono assegnati nuovi alloggi. Tutta questa attenzione, essendo poi diventati demanio dello Stato, ha reso possibile un intervento di valorizzazione. L’assessore al centro storico Mirgaldi, nel suo intervento finale, non è entrato nel merito del confronto, ha solo ricordato che la sua maggioranza con alcune iniziative natalizie, e con la installazione di diverse videocamere a messo all’attenzione il centro storico. Certamente si continuerà a parlarne con proposte che mirano al recupero e alla valorizzazione.