Nel tessuto sociale contemporaneo, la carità emerge come una forza propulsiva, spingendo individui e comunità a stendere la mano agli altri in modi diversi. Nell’era moderna, la carità non è più confinata agli stereotipi di elemosina o assistenza occasionale. Si presenta come un agente di cambiamento sociale, sfidando le ingiustizie strutturali e affrontando le disuguaglianze sistemiche. Attraverso movimenti sociali, attivismo e iniziative di giustizia sociale, la carità si evolve in un veicolo per il progresso e la costruzione di un mondo più equo. La Caritas si erge come un faro di speranza nell’oscurità, incarnando l’essenza della carità in azione. La sua dedizione senza riserve, è proiettata a servire gli altri, unita a una visione che trascende confini e differenze, la rende un pilastro fondamentale nella costruzione di una società più giusta e compassionevole. In un mondo in continua evoluzione, la Caritas continua a ispirare e guidare, dimostrando che l’amore e la carità sono forze trasformative in grado di illuminare il cammino verso un futuro più inclusivo. Così con Don Francesco Morgese vicedirettore della Caritas diocesana abbiamo avuto questa chiacchierata sulle funzioni della Caritas e di come ogni cittadino può dare il suo contributo.
Cosa è la Caritas e di cosa si occupa?
La Caritas è l’organismo pastorale della conferenza episcopale italiana, è l’organismo pastorale all’interno della diocesi che si occupa a livello nazionale della promozione della carità a livello di tutta la chiesa italiana.
Quando si parla della Caritas non bisogna pensare unicamente ai bisogni primari tipo alimenti e alloggi, ma la Caritas ha lo scopo di favorire lo sviluppo integrale dell’essere umano, perciò, l’attenzione soprattutto nell’ultimo periodo non è soltanto rivolta ai bisogni primari ma anche all’aiuto di tutte quelle povertà sociali che si vengono a creare in ambiti sociali. Le opere più importanti, sono i centri d’ascolto che hanno lo scopo di ascoltare e recepire i bisogni delle persone e delle comunità. Anche la distribuzione dei beni alimentari e l’alloggio, ad esempio a Gravina c’è un centro notturno che permette l’alloggio.
Chi può accedere al servizio che offrite?
Chiunque può accedere ai servizi che noi offriamo. Per quanto riguarda quelli inerenti alla povertà materiale, ovviamente si predilige quasi esclusivamente chi ha una reale necessità, si effettuano controlli per garantire che non ci sia una dispersione degli aiuti ma che arrivino effettivamente a chi ne ha realmente bisogno. Naturalmente non c’è soltanto un lavoro di ascolto su tutto il territorio da parte della Caritas, ma anche una collaborazione da parte degli enti locali, con i comuni ed assistenti sociali.
Per quanto riguarda gli altri tipi di povertà ad esempio dei giovani, un po’ tutti possono usufruire. Perché come dicevo ormai la povertà non è più una “cosa da poveri” ma la povertà è un qualcosa che sta investendo tante fasce sociali non soltanto con la povertà materiale ma c’è una povertà sociale. Lo vediamo rispetto a tutte le notizie che ci arrivano; la Caritas si occupa anche di questo proprio perché ha a cuore lo sviluppo integrale della persona, perché la persona non ha soltanto la sua biologia o i suoi bisogni primari ci sono bisogni altrettanto importanti come i bisogni di senso, i bisogni di amore, di comunità, i bisogni di sentirsi accettati. Chiunque ne può usufruire perché la Caritas non è diversa dalla chiesa, la quale ha come missione quella di rispondere alla sete di senso di amore, bellezza che ha l’essere umano, la Caritas cerca di fare anche questo.
La povertà è aumentata nell’ultimo anno qui ad Altamura?
Guardi, un certo trend di aumento qui ad Altamura si vede anche se non è così ampio. Sicuramente dal Covid in poi questo è aumentato, quello che si sta vedendo tanto nell’ultimo periodo è un aumento delle altre povertà a cui facevo riferimento prima. Povertà di senso, di cultura, soprattutto nei giovani si assiste a questo tipo di povertà e soprattutto in quelli che appartengono a famiglie che vivono in situazioni tutto sommato socialmente buone. Questo fa capire quanto è importante lo sviluppo integrale e non soltanto la risposta al bisogno primario. Se anche io avessi la pancia piena ma avessi il cuore vuoto questo sarebbe ancora più triste. Quello che vedo e soprattutto ascolto qui ad Altamura è questo aumento della povertà spirituale.
Chi utilizza maggiormente i vostri servizi? Sono solo famiglie di stranieri o ci sono anche famiglie altamurane?
Le famiglie sono sia straniere che altamurane, anche persone singole senza nessuna differenza. Ci sono tanti cittadini italiani, sì. Certamente ci sono tanti cittadini stranieri ma sono in aumento i cittadini italiani che usufruiscono dei servizi della Caritas.
Chi volesse donare a chi si deve rivolgere, cosa può donare e dove donarlo?
Chi vuole donare naturalmente può farlo in tutte le parrocchie, perché la parrocchia resta il centro nevralgico della Caritas. Anche all’emporio della carità accanto alla chiesa del Carmine vecchio che è una specie di supermercato dove le persone non ricevono il famoso pacco, ma attraverso un punteggio che viene assegnato in base alla necessità dai centri d’ascolto posso prendere ciò di cui hanno bisogno in libertà. La Caritas non è qualcosa di staccato dalla vita della chiesa, anzi è il braccio operativo della carità. La parrocchia è il luogo fondamentale dove chiunque può portare sia generi alimentari vestiario certamente, ma anche, soprattutto può portare sé stesso, questa è forse la cosa più importante. Portare il proprio tempo il proprio bisogno di esercitare la carità ma anche la propria voglia di mettersi a servizio. Non soltanto portare degli oggetti ma la cosa più bella è portare sé stessi perché il cuore di un uomo o una donna, una ragazza o un ragazzo un anziano o di un’anziana che si mette in gioco per aiutare, è davvero quello che l’altro si aspetta. È più importante vedersi arrivare una mano nel momento del bisogno che mi aiuta, una mano che mi accarezza, che mi consola, che mi conforta, una mano che mi indica, che mi abbraccia al posto di una mano che mi porge qualcosa.
È ovvio che quando c’è una estrema necessità bisogna rispondere subito ad esse ma dietro quella risposta la cosa importante è che si veda la voglia di condivisione della vita.
Sirine Jaza