Ad arè ad arare; prima della semina bisognava arare il terreno; questa operazione, adesso completamente meccanizzata come tutte le altre che seguono, era fatta con il mulo e l’aratro
A səmənè a seminare, operazione fondamentale fatta dal contadino che doveva spargere il seme prendendolo da un sacco che portava a tracolla
A scurvəscè alavorare con l’erpice; dopo la semina bisognava spianare il terreno e frantumare le zolle
A zappè a zappare, altro lavoro faticoso del contadino
A metə a mietere, prima operazione per il raccolto del grano; prima si mieteva con la falce, poi fu introdotta la mietitrice trainata dai muli e poi quella tirata dal trattore
A carrè atrasportare; operazione che consisteva nel trasportare le gregne dai campi all’aia per la trebbiatura
A pəsè a trebbiare;con la trebbiatrice la trebbiatura avveniva nell’aia della masseria dove si ammassavano le varie biche: alcuni operai mettevano le gregne in un carrello e la macchina provvedeva a separare il grano dalla paglia che veniva ammassata da operai, gli accatastatori*, i maitaturə, cheformavano le biche della paglia, i maitə də la pagghjə
A carəscè la pagghjə a trasportare la paglia,; dopo la trebbiatura bisognava trasportare la paglia nei vari locali delle masserie
La pəsaturə la trebbiatura; Il piccolo contadino, invece, trebbiava col proprio mulo ela pəsaturə, la trebbiatura, era fatta facendo girare intorno uno o due muli guidati dal contadino posto al centro.
A vəndəlè a ventilare; operazione fatta sull’aia: consisteva nel lanciare in aria i chicchi dei cereali perché il vento ne allontanasse la paglia e la pula
A cernə u renə a setacciare il grano; mentre si finiva di ventilare, si cominciava a setacciare il grano
A spuculè a spigolare; un gruppo di donne a spigolare
Il contadino non è scomparso come mestiere; ora esiste il lavoratore della terra, che fa le stesse operazioni in un modo più veloce e con meno sforzo grazie alla meccanizzazione che ha eliminato moltissimi dei pesanti lavori che faceva una volta; ecco perché adesso è difficile vedere per le strade contadini che camminano con le spalle ricurve in avanti ad angolo retto. Oggi dire ‘tu si nu zappatàurə’ è fortemente offensivo per una persona perché ha anche una connotazione di persona rozza e ignorante.
Come abbiamo visto, fra il lavoratore della terra odierno o coltivatore diretto ed il nostro ‘zappatàurə’ del passato c’è una differenza abissale.
Se volete informazioni più dettagliate su questo mestiere consultate IL LIBRO DEL MESTIERI TRADIZIONALI di Altamura, di Vito Ciccimarra. VITO CICCIMARRA – LILLINO CALIA