80 sono stati i giovani della nostra diocesi che, insieme al vescovo Mons. Giovanni Ricchiuti, ai sacerdoti Don Giuseppe Loizzo, Don Renato De Souza e Don Stefano Nacucchi e al diacono Marino Colamonico hanno deciso di vivere l’incontro con il Papa tenutosi a Lisbona per la Giornata mondiale del Gioventù. L’evento ha contato un milione e mezzo di pellegrini provenienti da 140 Paesi, 65mila dei quali provenienti dall’Italia.
Una marea umana ha riempito la capitale portoghese accogliendo Papa Francesco nel Parque Eduardo VII e la piazza Marques do Pombal e vegliando insieme a sua Santità nel Parco Tejo di Lisbona, dove si è poi celebrata la Santa Messa della domenica.
Esta es la juventud del Papa era il mantra che risuonava per le strade della città in questa settimana, urlato dalle tante nazioni presenti, pronunciato con amicizia e risuonato come una notizia unica nella storia.
A loro Francesco ha chiesto di aiutare chi è caduto a non restare a terra “A voi, giovani, che coltivante sogni grandi ma spesso offuscati dal timore di non realizzarli. A voi, giovani, di cui la chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù dice non abbiate paura, un fallimento è tale solo se non si ha la forza di risollevarsi”.
Questi giorni sono stati echi vibranti di questa chiamata d’amore di Dio. Papa Francesco nei suoi interventi ha più volte ricordato che siamo preziosi agli occhi di Dio, nonostante quello che a volte vedono i nostri occhi; a volte i nostri occhi sono annebbiati dalle negatività e abbagliati da tante distrazioni. Egli ha insistito sull’importanza di ciascuno di noi, che Dio chiama per nome e l’essere chiamati per nome significa che per Dio nessuno di noi è un numero, bensì è un volto, è una faccia, è un cuore. Ha continuato col tema dell’attesa invitando i presenti a non stancarsi mai di farsi domande: “Fare domande è giusto, anzi spesso è meglio che dare risposte, perché chi domanda resta “inquieto” e l’inquietudine è il miglior rimedio all’abitudine, a quella normalità piatta che anestetizza l’anima. Ciascuno di noi ha dentro di sé le proprie inquietudini. Portiamo con noi queste inquietudini e portiamole nel dialogo tra di noi, portiamole con noi quando preghiamo davanti a Dio. Queste domande che con la vita diventano risposte, dobbiamo soltanto aspettarle”.
È importante fissare nel cuore che siamo amati così come siamo, non come vorremmo essere; questo è stato il punto di partenza della GMG, ma soprattutto lo è della vita, e la Croce è l’icona che accompagna ogni Giornata Mondiale della Gioventù, è la figura di questo cammino. La Croce è il senso più grande dell’amore, l’amore con il quale Gesù vuole abbracciare la nostra vita.
Brillare, ascoltare e non temere è quello che gli 80 giovani della nostra diocesi e non solo si sono portati con sé ritornando alla loro vita quotidiana più ricchi di speranza, fede, amore ed energia.
Termina così la GMG di Lisbona con l’invito al Giubileo dei Giovani nel 2025 a Roma e l’annuncio della prossima GMG a Seul in Corea del Sud nel 2027.
Caterina Disabato