L’Associazione di promozione sociale Xilema partecipa alla XXII^ edizione di Suoni della Murgia potando musicisti brasiliani. Ne parliamo con Pasquale Dileo laureato in lingue straniere, prima lingua il portoghese, presso l’Università di Bari. Dopo una breve esperienza in una scuola elementare e in un campo richiedenti asilo, fonda l’associazione Xilema della quale è presidente, il cui processo lento e vitale è comparabile a quella linfa grezza che risale la corteccia degli alberi per raggiungere le foglie. Un processo dal quale prende il nome.
Che cosa è Xilema e quando è nata?
Xilema è un’associazione di promozione sociale con sede ad Altamura, nata nel 2016, con l’obiettivo di favorire l’incontro, tra progetti di musica indipendente provenienti da paesi come l’America latina e l’Africa e il panorama musicale italiano.
Come nasce la tua passione per la musica brasiliana?
La mia passione per la musica brasiliana, nasce per caso, dalla scoperta di un disco di Elis Regina che è una delle interpreti più famosa della storia del Brasile che è scomparsa prematuramente negli anni 80. Viene anche dalla frequenza come studente presso la facoltà di lingua portoghese. Ho riconosciuto questo suono, questa lingua molto famigliare e ho cominciato ad approfondire, grazie a questo disco che avevo trovato per caso nell’auto della madre di un mio amico, un cd che si chiamava latin jazz, nel quale Elis cantava tutti gli standard della bossa nova, samba, le canzoni più famose del Brasile.
Come sei arrivato a contattare questi cantanti brasiliani sconosciuti, che porti in Italia e in Europa? Quale messaggio vuoi diffondere?
Sono arrivato a questi cantanti un poco casualmente e un poco attraverso il mio percorso di studi. Ho avuto la possibilità di conoscere moltissime persone di lingua portoghese che non erano solo accademici della facoltà che frequentavo, ma erano anche artisti. Mi sono interessato grazie alla passione, di contattarli e di iniziare a capire se lo scenario di indipendente potesse essere possibile da portare fino qua. Il messaggio che voglio diffondere è quello di favorire un incontro tra culture e non solo nella espressione più popolare. Spesso le arti più popolari nel mondo sono stigmatizzate o incastonate in un solo genere, essendo il Brasile un subcontinente, un paese enorme che ha quasi 260 milioni di abitanti, da Nord a Sud la varietà musicale è enorme, e noi conosciamo molto poco. C’è tutto un sommerso di musica indipendente che in ogni stato in ogni regione del Brasile, subisce la forte influenza della Valsa di immigrati italiani e dei polacchi, dopo la prima guerra mondiale. La mia missione è quella di portare qua in Puglia, questo scenario, facendo in modo di non stigmatizzarlo e non farlo diventare pregiudizio, visto che nelle nostre realtà si sente parlare di musica brasiliana riferita esclusivamente alla samba e alla bossa nova. Voglio anche dare la possibilità a queste nuove leve di presentare nuovi progetti che non siano legati alla sola musica tradizionale, ma a generi diversi e più sconosciuti.
Quest’anno hai costruito un rapporto di collaborazione con Suoni della Murgia. Su quali obiettivi? La collaborazione con Suoni della Murgia è nata quasi casuale. La partecipazione ad alcuni concerti da me organizzati di uno dei componenti dell’organizzazione, mi ha permesso di mettermi in contatto. Negli anni passati avevo pensato più volte di scrivere all’organizzazione per proporre una collaborazione, perché ho sempre ritenuto i contenuti di Suoni della Murgia molto vicini a quelli di Xilema. La presenza all’interno della vasta programmazione, di artisti da me proposti con sonorità diverse, rappresentano un arricchimento e quindi una maggiore opportunità per gli spettatori. L’obiettivo è quello di completarci al fine di alzare la proposta di musica indipendente in città e fare in modo che la musica dal mondo venga più diffusa e abbia più risalto. Questa collaborazione permette agli artisti di conoscersi, confrontarsi per aprire nuovi percorsi musicali. Tutto questo scenario permette a tanti musicisti brasiliani, in particolare quelli della comunità arcobaleno, che hanno ottime penne per scrivere musica, di esibirsi, dal momento in cui non era possibile negli anni passati. La presenza di questi musicisti permette il superamento di quella stereotipizzazione che è fortemente ostativa per la crescita culturale e musicale, la cui base essenziale è la contaminazione.
Michele Lospalluto