La parola cooperazione suscita nella maggior parte di coloro che l’hanno sperimentata un senso di distacco disincantato se non di delusione a causa dei numerosi fallimenti verificatisi, soprattutto nei nostri territori. Esistono svariate ragioni di questo insuccesso ma ritengo che la più importante in assoluto sia l’incapacità da parte dei soci di andare oltre l’interesse individuale e costruire relazioni di fiducia, le uniche che consentano di far emergere valori di solidarietà e di reciprocità. Come fare, allora, per superare tale impasse, posto che l’impresa cooperativa rappresenta la soluzione ideale per coloro che vogliono sviluppare i propri talenti e raggiungere un certo grado di benessere attraverso la collaborazione con altre persone? Una possibilità è offerte dalla Cooperativa di Comunità che rappresenta una modalità di coinvolgere attorno ad un progetto comune diversi soggetti ognuno animato da un proprio obiettivo da raggiungere. Nel settore agroalimentare si sono sviluppate alcune realtà di questo tipo soprattutto per risolvere problemi di scarsa redditività delle piccole imprese agricole e nello stesso tempo per garantire ai consumatori la possibilità di emanciparsi dal potere di decidere cosa e come produrre da parte della Grande Distribuzione Organizzata (GDO). In altre parole si tratta di attuare il principio della Sovranità Alimentare.
Partendo da queste premesse un gruppo di piccole aziende agricole e una rete di associazioni e di cittadini del Distretto Agroecologico delle Murge e del Bradano, hanno deciso di acquistare un forno a legna ad Altamura per la produzione di pane sottoscrivendo un patto di mutua collaborazione e di costituirsi in Cooperativa di Comunità. Ciò allo scopo di:
- consentire ai piccoli imprenditori di ricevere una equa remunerazione dall’attività agricola svolta. Nella Cooperativa di Comunità le associazioni e i cittadini soci, impegnandosi ad acquistare i prodotti degli agricoltori soci, ad un prezzo concordato, riuscirebbero nell’intento di compensare in modo equo il lavoro degli agricoltori stessi;
- consentire alla rete di associazioni e di cittadini di acquistare un prodotto alimentare etico, sicuro, ecologico, salutare. Etico perché realizzato senza sottopagare il lavoro agricolo e perché ad un prezzo alla portata anche dei consumatori meno abbienti. Sicuro perché controllato da un Sistema di Garanzia Partecipativa, per brevità PGS. Il PGS si fonda sull’onestà e sulla credibilità degli agricoltori e funziona attraverso il coinvolgimento dei consumatori che potranno osservare direttamente come i cereali vengono prodotti dagli amici agricoltori. Ecologico perché realizzato attraverso l’impiego di processi produttivi a basso o nullo impatto ambientale (agricoltura biologica, agricoltura biodinamica, agricoltura integrata). Salutare perché esente da residui di sostanze pericolose per la salute umana e ricco di elementi nutritivi derivanti dall’adozione di varietà appositamente selezione dai genetisti dell’Università di Bari;
- destinare gli utili derivanti dalla gestione economica dell’attività produttiva per: investimenti in altre attività con lo scopo di realizzare un paniere di alimenti alla base della dieta mediterranea (olio, ortaggi, frutta, legumi, pasta); la realizzazione di corsi di formazione sia per diffondere le tecniche agricole ecologiche tra gli agricoltori del territorio sia per insegnare ai cittadini modalità sostenibili di alimentazione; il sostegno alimentare alle persone bisognose.
Il progetto sarà presentato il 16 giugno presso l’auditorium della parrocchia Madre di Dio in Altamura ed è indispensabile, per la sua riuscita, che vi sia una larga partecipazione. Vi aspettiamo tutti!
Prof. Arturo Casieri, Dipartimento di Scienze agro-ambientali e territoriali, UNIBA