Circa ottant’anni fa la storia della scienza faceva il suo ingresso nelle università, in quanto storia delle idee, ma ci sono voluti ancora non pochi decenni, da allora, per riconoscere il ruolo essenziale svolto dagli strumenti nella pratica scientifica. Solo di recente, infatti, si è riconosciuta l’importanza degli strumenti scientifici antichi come fonte d’informazione circa le tecniche costruttive, i fattori economici entro i quali essi hanno contribuito alla conoscenza del mondo della natura e allo sviluppo delle teorie scientifiche. Del resto, nonostante il consistente ed eterogeneo patrimonio di strumenti, di oggetti o di collezioni naturalistiche, fosse già presente e diffuso su tutto il territorio italiano già durante gli anni della sua unificazione politica, solo nel Novecento inoltrato si è registrata l’apertura di musei finalizzati alla tutela, studio e valorizzazione di oggetti legati alla storia della scienza e della tecnica, come il Museo Galileo di Firenze (1930) o il Museo Nazionale di Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano (1953). Ma solo alla fine del secolo, il Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali (1999), ha incluso in una categoria speciale: “i beni e gli strumenti di interesse per la storia della scienza e della tecnica aventi più di cinquanta anni”.
In relazione – ma non solo – a questa complessa vicenda tesa alla necessaria tutela e valorizzazione degli strumenti storico-scientifici presenti sul territorio nazionale (università, musei civici, ospedali, licei, istituti tecnici e religiosi, accademie, gabinetti anatomici e di storia naturale, osservatori astronomici o presso collezionisti privati), che, a partire dai primi anni del XXI secolo, il nostro Liceo si è impegnato ad elaborare e realizzare il progetto “Odisseo”, successivamente definito: “Gli strumenti della scienza”.
Tale progetto nasce principalmente da due motivazioni strettamente correlate: la prima riguarda la stessa storia del Liceo Cagnazzi e, in particolare, degli strumenti storico-scientifici in suo possesso, che costituivano, in origine, la dotazione del “Gabinetto di Fisica” dell’Università di Altamura, quando, dal 1783, a dirigerla in qualità di rettore era stato chiamato l’arciprete Monsignor Gioacchino De Gemmis il quale si era impegnato con energia a rinnovare programmi e didattica per far ritornare l’Università al suo antico splendore. A potenziare con ulteriori apparecchi scientifici la dotazione del Gabinetto di fisica fu Luca De Samuele Cagnazzi che, allora, nel suo ruolo di professore di matematica analitica e sintetica dall’anno 1785, ne divenne responsabile dal 1792, favorendo la ricerca e l’apprendimento, da parte degli studenti, non solo teorico ma anche pratico. Da allora, la dotazione è stata costantemente arricchita di nuovi e più aggiornati strumenti utili ad insegnare e ad apprendere la scienza, perciò il loro impiego si è, senza soluzione di continuità, riproposto in tutte le fasi della storia di questa importante istituzione scolastica: dall’Istituto tecnico ginnasiale (1861) al Regio Liceo Ginnasio (1908), sino ad oggi. La dotazione comprende circa 400 strumenti, databili dalla fine del Settecento sino alla seconda metà del Novecento. Oggetti rari, anche belli da vedersi, che conservano il fascino dei materiali e di sapienti tecniche costruttive, elementi del mondo naturale proposti con campioni originali, strumentazioni antiche che l’Istituto ha utilizzato e, in parte, utilizza ancora oggi nella normale attività didattica.La seconda motivazione riguarda invece gli esiti di un dibattito che i docenti e gli alunni del Liceo Cagnazzi hanno avviato negli ultimi anni, coinvolgendo altre scuole nazionali ed estere, in collaborazione con prestigiosi Istituti di cultura e Università, da cui sono emerse preziose indicazioni sulle modalità di comunicazione dei saperi umanistici e scientifici al fine di una loro sempre più efficace integrazione. Da un lato, quindi, un patrimonio storico di eccezionale valore che merita di essere tutelato, restaurato e valorizzato per essere “riutilizzato” a fini didattici ma anche, soprattutto, esposto alla fruizione pubblica; dall’altro una esigenza maturata nella consapevolezza della sempre più scarsa propensione delle nuove generazioni di studenti verso gli studi più marcatamente scientifici, quali la fisica, la chimica o la matematica.
Il Liceo “Cagnazzi”, perciò, è da tempo impegnato a realizzare tale progetto, pur attraverso varie fasi, con risorse proprie e pubbliche, con il coinvolgimento attivo di docenti e di studenti.