Femminile e femminista, dopo il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, anche la leader dell’opposizione è una donna. Si tratta di Elly Schlein che con l’80% delle sezioni scrutinate ottiene il 53,8% contro il 46,2% di Stefano Bonaccini, lo scorso 26 febbraio. Una vittoria inaspettata poiché il suo competitor era apparso favorito in un primo momento. Ma chi è Elly Schlein? È una politica italiana di origini statunitensi e adesso segretaria eletta del Partito Democratico, in carica dal 12 marzo 2023.
Le sue idee si collocano a centro-sinistra e sinistra; è stata europarlamentare, ex vicepresidente alla regione Emilia-Romagna dello stesso Bonaccini. Il 25 settembre 2022 si candida alla camera e viene eletta deputata; a distanza di pochi mesi si candida alle primarie del Pd, vincendo con più della metà di voti e diventando così la prima donna nonché la più giovane alla guida del partito. Le primarie si sono rese necessarie dopo la sconfitta alle ultime elezioni politiche con la vittoria di Meloni, che ha portato alle dimissioni di Enrico Letta.
Il programma della neosegretaria pone al centro le questioni di giustizia sociale e climatica, la tutela della parità di genere e della comunità Lgbt+. Un volto del tutto nuovo non appartenente alla politica della “prima repubblica”; è l’emblema della politica del nuovo millennio.
La vittoria della Schlein risulta essere un’alternativa netta alla destra.
Uno dei primi che ha festeggiato la sua vittoria è stato proprio Bonaccini dichiarandolo pubblicamente: “Complimenti a Schlein e un grande in bocca al lupo. Sarà più capace di me di dare senso al rinnovamento”; mentre le prime parole di Schlein sono state: “saremo un problema per la Meloni”. Ancora una volta la coalizione di sinistra, nello specifico il Pd, si preoccupa di prevalere sulla destra, si preoccupa dello scontro tra i partiti piuttosto che mettere al centro l’Italia, dimenticandosi che la politica deve essere finalizzata al bene pubblico.
Eppure, la vittoria di Schlein ha scaturito diverse polemiche. C’è chi sostiene che con la sua leadership si segnerà la fine del partito, altri credono che sia stato l’ennesimo gioco di strategia della destra dopo la vittoria della Meloni tanto da chiedersi “perché solo adesso una leader donna?”; ma altrettanto lo sono le frasi di sostegno ricevute. Si da così il via a quello che alcuni hanno definito lo scontro del secolo: Meloni vs Schlein, tutto al femminile.
Caterina Disabato