CONTINUA LA DESCRIZIONE DI ALCUNI MESTIERI SCOMPARSI
Nel passato la gallina era una piccola fonte di reddito per le famiglie. Durante e anche dopo la seconda guerra mondiale moltissime erano le famiglie, umili e povere, che accanto alla porta del sottano, u jusə, in una gabbia di legno, la cangə, o libere nella soffitta, la pagghierə, o sopra il terrazzino, u chiazzəllinə, allevavano galline per la produzione delle uova. Questo tipo di allevamento non costava quasi niente poiché le galline si cibavano delle foglie della verdura (broccoli, rape, ecc.), degli avanzi dei pasti e anche del pane ammuffito. La padrona di casa raccoglieva le uova, le conservava e poi le vendeva al commerciante di uova, u citenovə. Questo ambulante cominciava a girare dal mese di febbraio, perché con l’approssimarsi della primavera le galline cominciavano a deporre le uova.
Costui girava per le strade con una bicicletta, la bəcəclettə, dei cesti fatti di canne, u puanariddə, contenente della paglia sulla quale venivano poste le uova e si fermava al grido di “Cə tenə ovə e cə tenə jaddinə da vennə?” “Chi ha uova e galline da vendere?”. A volte comprava anche galline vecchie che poi rivendeva per fare brodo ai parenti degli ammalati o delle partorienti; difatti è rimasto vivo il detto ‘gallina vecchia fa buon brodo’. Fatto l’affare, riprendeva il suo giro con la solita cantilena.
Le uova venivano poi rivendute ai bar ed ai negozi del paese o della città di Bari.
ETIMOLOGIE PAROLE ALTAMURANE
accògghjә 1-raccogliere, raccattare, prendere, accogliere [dal latino colligere]. 2-sorprendere, prendere sul fatto. •Ve cuegghjә l’ovә, vai a raccogliere le uova. •Am’à ggì a cogghjә i fichә, dobbiamo andare a raccogliere i fichi. •L’onnә accueltә ca stàjә a carәchè i sacchә dl’alì sobb’o trainә, l’hanno sorpreso a caricare i sacchi delle olive sul carro agricolo (per rubarle). Sin rәcògghjә.
accuccè accucciare, mettere un animale a cuccia [dal francese coucher, coricarsi]. Rifl accucciarsә. •Accuccә dde! Fermo lì! (rivolto al cane). Vedi cuccә, cuenә
accufanè 1-coprire accuratamente la brace con la cenere, per rallentarne il consumo [dal greco kophinos, cesto]. 2-coprire la base delle piante con altra terra per farle crescere meglio (Lett chiudere nel cofano, nella cassa). Vedi abbugghjè, cuèfәnә, cuprì.
accujatè acquietare [dal latino quies, quiete], calmare. Rifl accujatarsә. Sin accalamè, accujesscә. Contr ngujatè.Vedi calmә, quitә.
accujesscә acquietare [dal latino ad quiescere], calmare. Rifl accujèsscәsә. •Primә o po s’accujesscә, prima o poi si calmerà. Sin accalamè, accujatè.
accumudè 1-far accomodare, far sedere [dal latino ad commodum]. 2-trovare un accordo. Rifl accumudarsә.Sin accurdè, arrazzè.
accumugghjè coprire [dal latino ad cumulare]. •L’agghjә accumugghjetә bellә bellә u crәjaturә, ho coperto ben bene il bambino. Sin cuprì. Contr scumugghjè.
accumunzè cominciare, iniziare [dal greco enkainizo, inaugurare]. •Accumminzә a munәlè i fevә, comincia a sbucciare le fave. Vedi abbәjè, andennә, attacchè, ngәgnè, pәgghjè.
accunәcchjè unire [dal latino connectere, annodare]. •Accunucchiscә i jammә, unisci le gambe per tenerle più calde (raccomandava la mamma al bimbo appena messo nel letto in inverno). Contr scunnәcchjè.
accungәrtè 1-preparare per bene, mettere in ordine, sistemare [dal latino concinnare]. 2-individuare, trovare con precisione. •Manghә melә ca tә so cchjetә da nanzә: u sé can nan arrәvajә a cungәrtè la vi dә castә? Meno male che ti ho incontrato: lo sai che non sapevo trovare la via di casa tua? Vedi arrәggәttè, cungirtә.
PROVERBI DI NATALE
A Natelǝ l’acquetǝ o cuanelǝ
P0081 A Natale il vinello va al canale (il vinello deve essere consumato entro Natale, poi diventa aceto e bisogna buttarlo)
A Pasquǝ e a Natelǝ s’arrǝcchèsscǝnǝ i furnerǝ, e tuttǝ l’altǝ misǝ wonnǝ acchjannǝ i soldǝ mbristǝ
P0087 I fornai si arricchiscono a Pasqua e a Natale, e tutti gli altri mesi vanno in giro a cercare soldi in prestito (erano questi i periodi in cui i fornai lavoravano molto perché le massaie usavano mandare a cuocere tante leccornie)
Cǝ Carnǝvelǝ legnǝ uè fè, da Natelǝ adà cumunzè
P0165 Se vuoi fare un Carnevale lungo devi iniziare da Natale (lo si allunga di circa tre settimane)
Cə nu buenə Natelə uè fè, da la Mmaculetə a cumunzè
P0221a Se un buon Natale vuoi fare, dall’Immacolata devi cominciare (in tale data, l’8 Dicembre, cominciano le funzioni religiose e fanno la loro apparizione le prime buone e saporite pettole*)
Cǝ sǝ ngagnǝ a Natelǝ, jè n’anǝmelǝ
P0243 Chi si offende a Natale, è un animale (non dovremmo offenderci mai, in verità)
Da Natelǝ a Sandǝ Sǝluistrǝ tutt’i pèttǝlǝ uonnǝ o distǝ
P0416 Da Natale a San Silvestro tutte le pettole vanno in fogna (perché tutte mangiate e digerite; le pettole erano fatte di pasta lievitata molto morbida, mentre le frittelle, i frìzzǝlǝ, erano fatte con la normale pasta di pane)
Da Natelǝ a Sandǝ Stèfǝnǝ
P0417 Da Natale a Santo Stefano (si dice quando una cosa piacevole dura troppo poco)
Natelǝ ascurǝ, renǝ senza mǝsurǝ
P0858 Natale oscuro, grano senza misura (oscuro vuol dire senza luna; cattivo tempo a Natale vuol dire buon raccolto in estate)
Vito Ciccimarra
Lillino Calia
Natelǝ fallǝ a castǝ; Pasquǝ addau tǝ jacchjǝ
P0859 Natale fallo a casa tua, Pasqua dove ti trovi (Natale è infatti una festa che si vive nell’intimità della propria famiglia; Pasqua ispira invece alla rinascita, a godere la primavera e quindi ad uscire di casa)