Sei tu – quel bambino, tu sei quello che la vita aspetta, che la creazione sogna, che ogni millimetro della tua carne desidera, che ogni angolo della tua anima desidera. E nessun affetto sarà mai abbastanza per il cuore se la prima mano che accarezza dolcemente l’anima non è la tua.
Tu sei quel bambino, sei quello da prendere per mano e guidare sulle strade del perdono e della riconciliazione, non importa quanto siano grandi i tuoi intoppi o gli errori, il tradimento commesso o vissuto. Sei amato. E l’amore che ti circonda non è una ricompensa, ma un dono, gratuito e abbondante.
Tu sei il bambino, sei tu che devi nascere e rinascere mille e mille volte fino a quando non ti senti a casa in questa vita, basta fingere di essere quello che non sei, basta chiedere il permesso di esistere, come rubare l’aria di qualcuno. La terra ti ha promesso una notte stellata e sarebbe stata più povera e triste se tu non ci fossi stato.
Tu, bambina, sei tu che devi guardarti intorno per metterti al centro del mondo, punto di partenza dell’universo. E al diavolo chi parla di egoismo: solo chi per un secondo ha provato quel sentimento può veramente mettere al centro di un altro, degli altri, e vivere e morire per qualcun altro che non sia se stesso.
Tu sei quel bambino. Tu sei quello che si aspetta. Sei tu quello sognatore. E l’universo ha bisogno di te. E senza il tuo sguardo, vita, creazione, e Amore, che molti chiamano Dio, diventato bambino, per dire a tuo figlio il linguaggio puro e silenzioso dei piccoli, che sono amati ora e per sempre. E che possa crescere libero. Perché non ha nulla da temere. Anche nella morte.
Nella culla del tuo concorso con un Divino Bambino, mettici il cuore, il nome, la storia, le ferite e i sogni. Perché se il Natale per te è Lui, per lui il Natale sei tu.
Mykhaylo Melnyk