Sinodo è una parola antica sempre usata dalla tradizione cristiana orientale e greca che indica l’assemblea dei credenti guidata dai presbiteri: vescovi e sacerdoti. In occidente il termine equivalente è il Concilio, che raccoglie i vescovi attorno al Papa per le decisioni dogmatiche e pastorali necessarie allo sviluppo della Chiesa. Il Concilio Vaticano II ha riscoperto la parola Sinodo, che Papa Francesco ha voluto sottolineare da qualche anno. Quale differenza tra le due espressioni? La diversità è significativa sotto l’aspetto pastorale, che scopre una dottrina della Chiesa apostolica fondata sugli Apostoli e sui primi cristiani, che si riuniscono, discutono, dialogano e prendono insieme decisioni con la conferma definitiva di Pietro. L’evangelista Luca trascrive negli Atti degli Apostoli queste prime assemblee che diventano una tradizione ecclesiastica dei primi secoli. Il Concilio assume storicamente una responsabilità quasi esclusiva dell’autorità della gerarchia presbiterale dal tempo dell’imperatore Costantino, che nel 325 a Nicea indice il primo concilio della storia. Egli riunisce vescovi e teologi con i rappresentanti del Papa per affermare l’unità della Chiesa fondata sul dogma della divinità di Cristo unica Persona con due Nature divina e umana. Allora i due termini Sinodo e Concilio diventano sinonimi; nella Chiesa romana si tramanda ufficialmente il vocabolo Concilio. Ancora sant’Agostino parla del sacerdozio comune dei consacrati nello Spirito Santo: “Io sono prima con voi battezzato e cristiano e poi vescovo per il sacro ministero dell’Eucaristia”. Gesù Cristo nell’ultima Cena ha detto ai soli apostoli: “fate questo in memoria di me”. Il memoriale eucaristico è offerto alla comunità in assemblea liturgica che partecipa attivamente come nei primi secoli. Gli scritti dei Padri Apostolici testimoniano la stessa liturgia, che oggi tramandiamo, con la Didachè ( Dottrina degli Apostoli), la lettera di s. Clemente Papa, di Barnaba, a Diogneto, di san Giustino e di tanti altri Santi che raccontano l’agire dei cristiani. La Comunità salvifica, laici e presbiteri, è riunita per annunciare la Parola di Dio e celebrare la liturgia dei sacramenti, consacrati dal ministro sacerdote. E’ Cristo capo che consacra, scrive san Paolo, per il suo corpo che è la Chiesa. I primi diaconi furono chiesti e approvati da tutta la comunità di Gerusalemme e consacrati dagli Apostoli,(Atti. 6,1-6). L’episodio della conversione del centurione Cornelio ad opera di Pietro è approvata dai cristiani dopo il racconto alla chiesa di Gerusalemme,(Atti. Cap. 11). Quanti eventi apostolici degli Atti testimoniano la corresponsabilità del popolo di Dio! Papa Francesco risveglia la coscienza dei battezzati per una comune missione di evangelizzazione in una società che dimentica Dio per interessi umani.
Don Fabrizio ha iniziato la sua missione il 12 settembre, ma l’insediamento ufficiale da parte dell’arcivescovo mons. Giovanni Ricchiuti è stabilito il 6 ottobre. Sacerdote dal 5 gennaio 2017, giovane, preparato con studi di licenza teologica, si è presentato al Consiglio pastorale con un’apertura spirituale e accogliente a ricevere la collaborazione di una comunità responsabile della propria funzione ecclesiale. Nel rispetto delle opere già avviate, grazie a don Peppino Creanza e don Mirko, si riprende il lavoro evangelico e pastorale per ottenere sempre una attività ricca di carità in tutto il territorio parrocchiale.
(Vincenzo Basile)