NESSUN CONFRONTO CON LE ASSOCIAZIONI. BOCCIATI GLI EMENDAMENTI DELLE OPPOSIZIONI
Dopo tante tribolazioni e annunci, finalmente è stato approvato il regolamento con il quale le 400 associazioni, tante sono iscritte all’albo, attivano processi di governance del territorio con impegno e responsabilità, nella partecipazione e gestione del bene pubblico e quindi nel rapporto con l’Ente Locale. I crucci: il non aver convocato le associazioni ad un confronto e il silenzio assordante delle stesse nel non averlo chiesto e rivendicato. Questo articolo è frutto dell’analisi approfondita dello Statuto Comunale, della proposta di regolamento della maggioranza, degli emendamenti presentati dall’opposizione e dal confronto con alcuni regolamenti di diversi comuni del Nord e del Sud. A questo lavoro si aggiunge la mia esperienza di lunga militanza in diverse associazioni. Sottolineo che il regolamento non contempla la partecipazione di “Comitati e Consigli di quartiere”, cosa non di poco conto, non sono previsti nello Statuto che va aggiornato, considerato il ruolo aggregativo e rappresentativo degli stessi nei confronti del Comune. Modello organizzativo. In alcuni Comuni la partecipazione avviene direttamente, è sufficiente l’iscrizione all’albo e al settore, chi non ha interesse a partecipare, lo dichiara. Per far parte della Consulta al Comune di Altamura bisogna partecipare al bando indicando il settore. Gli organi vengono eletti a maggioranza assoluta, come pure le decisioni vengono prese a maggioranza assoluta, sarebbe stato più agevole una votazione a maggioranza semplice, meno burocratica e più veloce. Per realizzare questo progetto, c’è bisogno di più consapevolezza e partecipazione. Gli emendamenti respinti. L’emendamento che proponeva funzioni più specifiche, consultive e propositive per l’organo consiliare del Comune, come il parere consultivo e non vincolante sul bilancio di previsione, o sugli atti della programmazione annuale, la promozione di iniziative per la valorizzazione dell’associazionismo, non ha avuto il parere favorevole, non si conoscono le motivazioni, dei dirigenti. Respinta anche la proposta di portare da due a tre anni la durata degli incarichi degli organi della stessa. Ritengo che la proposta va nel senso di dare più tempo alla Consulta di programmare e realizzare i progetti. Sono stati respinti dalla maggioranza anche gli emendamenti che proponevano l’assegnazione di una sede chiamata “la casa delle associazioni”, dotata di strumenti informatici. La richiesta è stata ritenuta onerosa per le poche volte che si deve riunire la Consulta si è detto. Ricordo che oltre alle assemblee generali della consulta, ci sono anche le assemblee delle consulte dei cinque settori. La negazione degli spazi nella nostra città, indispensabile strumento aggregativo, è un problema atavico e va messo al centro, per attivare un processo di “democratizzazione del territorio” e supportare l’emersione della marginalità. Il peggiore paradosso sta nell’aver respinto la richiesta per l’utilizzo di una pagina web sul sito del Comune, dove riportare oltre all’elenco aggiornato con numeri telefonici e indirizzi e-mail delle associazioni, l’attività della consulta con la pubblicazione dei verbali e le programmazioni della stessa. La motivazione: la richiesta è stata formulata male, bisognava fare richiesta di una sezione. Incomprensibile e grave rimane, l’aver inserito nel regolamento due articoli che prevedevano la facoltà del Consiglio Comunale, di sciogliere la Consulta e la non ammissibilità a fare ricorso. Alla richiesta delle opposizioni di proporre i ricorso, all’unanimità si votata la soluzione della cancellazione dei due articoli. L’unico emendamento accolto accolto è stato quello di abolire l’articolo che prevedeva la presenza nella Consulta del Sindaco e di due consiglieri comunali di maggioranza e dell’opposizione. Una scelta per renderla indipendente. Ora sarebbe utile e proficuo che le associazioni si ritrovino per confrontarsi su quanto è accaduto e sul risultato.
Michele Lospalluto