Tre consigli comunali caotici e pieni di tensione. Approvato bilancio preventivo con alienazione patrimonio immobiliare; aumento degli stipendi a sindaca, vicesindaca, assessori e presidente del consiglio; aumento della tassa rifiuti e SUAP
La tre giorni di consiglio comunale della città di Altamura, è stata piuttosto vivace, anzi litigiosa! Il mal di pancia non solo tra gli esponenti dell’opposizione ma anche all’interno della maggioranza, che ha dato segno, soprattutto dopo l’intervento di qualche suo esponente, di essere divisa e divisiva senza prospettivea un anno dalla fine della legislatura. Questi quattro anni sono stati una grande occasione persa (lo sarà anche il quinto!) per cambiare il volto a questa città, che era l’obiettivo prioritario e lo slogan della campagna elettorale del 2018 declinata sulla colonna sonora del brano cantato da Ron “Una città da cantare” cambiato in “Una città da cambiare”. Ma questa è un’altra storia di cui ci occuperemo prossimamente.
I provvedimenti approvati.
E’ stato approvato il “piano alienazione e lalottizzazione del patrimonio immobiliare”, facendo riferimento alla legge 133/08 e ad una precedente delibera di giunta dello scorso anno. I beni sono stati divisi in prospetto A, beni non strumentali e suscettibili di valorizzazione; prospetto B, beni suscettibili di alienazione. Questi ultimi sono stati individuati nei beni immobili rivenienti dall’ex IPAB: Orfanotrofio Viti Maino, Asilo infantile Margherita di Savoia, Conservatorio Santa Croce, Ricovero di mendicità, l’ex ECA lascito Filippo Santoro, Opera pia monte dei poveri. Essendo beni a destinazione d’uso sociale, i proventi derivanti da eventuale alienazione dovrebbero essere destinati a finalità sociali, come previsto dalla nota della Regione Puglia. Oltre a questi beni sono rientrati nel piano alienazione sei appartamenti in via Agrigento n.6 e dei terreni edificabili nella zona di Trentacapilli alienati all’Inail per costruire il polo dell’infanzia.
La relazione dell’assessore ai lavori pubblici è stata una lettura fredda, senza analisi dei bisogni e senza una ipotesi di progettualità, in una città che ha grossi problemi di spazi per le attività socio-culturali. Un provvedimento che è fotocopia di quello dell’anno precedente e che, pur avendo la finalità di fare cassa, suscita scandalo che un tale provvedimento lo faccia una maggioranza di centro-sinistra che sui beni pubblici si è sempre schierata contro l’alienazione e per loro uso pubblico. Anche se remoto, qualche rischio che quei beni vengano messi in vendita è possibile, magari giustificato da un ipotetico indebitamento del Comune e da un atto di indirizzo approvato in consiglio. Il peggio, il caos e lo scontro maggiore, anche all’interno della maggioranza, è avvenuto sui quattro emendamenti proposti dagli stessi esponenti della maggioranza in occasione dell’approvazione del piano triennale delle opere pubbliche.
Piano triennale opere pubbliche
Tre emendamenti riguardavano la richiesta di accelerare i tempi delle procedure di appalto e quindi dei tempi di esecuzione dei lavori. Dalla discussione in aula è venuto fuori che alcuni non solo avevano i pareri contrari dei dirigenti di settore, ma addirittura, come nel caso dell’ex mattatoio di Portalba, dove è previsto la realizzazione di “Porta futuro”, sportello per i giovani, l’appalto era andato deserto. La Sindaca ha dichiarato che non votava emendamenti con pareri sfavorevoli dei dirigenti e questo ha fatto scattare lo scontro all’interno della maggioranza. Qualcuno firmatario di quei tre emendamenti, ha avuto l’ardire di far passare quella confusione, quella incapacità di raccordarsi all’interno della maggioranza e di confrontarsi con i dirigenti di settore, come scelta di libertà di ogni consigliere senza imposizione dall’alto. Lo spettacolo è stato indecoroso con consiglieri che sono sembrati dei dilettanti allo sbaraglio. Vedere la Sindaca votare contro i suoi consiglieri non è stato per niente edificante! Comunque abbiamo appreso che finalmente il progetto di fattibilità per la sistemazione di via Manzoni è stato approvato e che a breve sarà approvato il progetto esecutivo e ci auguriamo che i tempi dell’appalto siano vicini, per sistemare un’area che procura danni alle auto e ai pedoni da molti anni. La proposta di piano triennale delle opere pubbliche viene approvata con 15 voti favorevoli, nessuno contrario; l’opposizione non vota. Lo scontro più forte con l’opposizione è avvenuto con la proposta di aumento della indennità di funzione di tutto l’apparato amministrativo.
Proposta di aumento dell’indennità di funzione alla sindaca, alla vicesindaca, agli assessori e al presidente del consiglio.
Come previsto dalla legge 234/21 l’aumento dell’indennità del 45% entrerebbe a regime nel 2024, nei due anni precedenti l’aumento sarà del 45% e del 68% delle suddette percentuali, rispettivamente nel primo e secondo anno precedente al 2024. L’opposizione aveva fatto appello alla responsabilità della sindaca e della sua maggioranza e aveva proposto di soprassedere agli aumenti dell’indennità nei due anni, quello in corso e il successivo e attendere che la norma andasse a regime nel 2024. Un appello che si giustificava con richiamo allo stato di disagio e di crisi che vive il paese e le difficoltà di molte famiglie che difronte a questi aumenti, seppure previsti per legge, si sentirebbero tradite ed offese. Appello non accolto. Certo che una tale scelta rimane inopportuna in un paese nel quale gli stipendi sono i più bassi del continente, non aumentano dal 1990, anzi sono diminuiti secondo gli ultimi dati del 3% circa, mentre nel resto dell’Europa sono aumentati dal 35 al 45%. Una sinistra vera starebbe più vicina al mondo del lavoro e per coscienza si sarebbe posta un problema morale sull’aumento degli stipendi dei rappresentanti istituzionali, che non danno un buon esempio in questo momento molto critico.
La TARI.
Altro oggetto di scontro non solo con le minoranze, ma anche all’interno della maggioranza, è stata l’ipotesi di aumento della TARI. Infatti si chiede e si approva una sospensione del consiglio, per un chiarimento interno alla coalizione durante il quale sono volati stracci e parole grosse. Dopo questo confronto scontro, la maggioranza non è rientrata in aula e tutto è stato rinviato al consiglio di lunedì 30 maggio. Apre il consiglio la sindaca con questa dichiarazione: “il 26 maggio abbiamo ricevuto la validazione del Piano Economico Finanziario (PEF) per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Questo piano ha confermato un aumento delle tariffe sia per le utenze domestiche, sia per quelle non domestiche. Sono stati inseriti nel PEF inviato dal Comune 400 mila euro per la gestione della discarica ed è stata chiesto all’AGER (Agenzia Regionale Rifiuti) per autotutela di annullare il PEF precedente, per espungere quella cifra dalla somma totale. Ci è stato rinviato il nuovo PEF. Le tariffe aumentano dell’1,8% per le utenze domestiche e del 7,6% per quelle non domestiche.” Probabilmente l’aumento è molto più alto per i meccanismi complessi nell’applicazione del tariffario. Gli interventi che si sono succeduti sia dai banchi della maggioranza che della opposizione sono stati durissimi e di denuncia delle inefficienze dei servizi erogati dalla ditta addetta alla raccolta e smaltimento e tutti gli intervenuti hanno sottolineato che l’aumento dei costi non si concilia con le inefficienze, né li giustificano. Infatti lunghissimo è stato l’elenco delle inefficienze, delle inadempienze e dei disservizi: i dipendenti contrattualizzati non sono 113; manca il piano di spazzamento(pulizia delle strade fino sotto i marciapiedi in presenza del divieto di sosta); manca il lavaggio dei carellati; non si effettua il lavaggio delle aree mercatali e delle seditoie; il Corso Federico II, come pure il centro storico, è sporco; la ditta non manda al comune la documentazione richiesta; i cestini porta rifiuti e raccolta deiezioni canili sono insufficienti. Qualche consigliere ha posta la domanda al dirigente se fosse legale non approvare il PEF. Il dirigente ha risposto che il consiglio può anche decidere di farlo, con la conseguenza di non poter applicare le tariffe e chiedere di pagare la tassa rifiuti ai cittadini e del successivo dissesto finanziario. Difronte a questo rischio era scontato che la maggioranza votasse compatta. Infatti i voti favorevoli sono stati 15, i contrari 2 per assenza del resto della minoranza. E’ indubbio che questo voto è da considerare a collo di bottiglia, non solo per i tempi(il PEF è arrivato in comune due giorni prima del consiglio), ma soprattutto per le responsabilità della Regione Puglia e del governo della città.
Il governo della città non si è mai imposto nel far rispettare il contratto e per risolvere le inadempienze e le inefficienze che sono state elencate dai consiglieri di minoranza e maggioranza. Non ha mai preso in seria considerazione l’ipotesi di rescissione del contratto con la Teknoservice, scelta che solo il consiglio comunale, come ha precisato il dirigente del settore, avrebbe potuto approvare. Anche qui l’opposizione, dichiaratasi disponibile a tale scelta , ha accusato la maggioranza di mancanza di coraggio e di prospettive future. La proposta di variante del contratto, cambiando quello che si poteva per rendere più funzionante la raccolta, come proposto dall’ex assessora Moramarco, tanto esaltata dalla sindaca in un incontro pubblico e poi fortemente ritenuta non essenziale per un cambio di gestione del servizio, è stata un’occasione persa per tentare un nuovo percorso. Un servizio più efficiente con un sistema premiante per i cittadini e i lavoratori per aver raggiunto oltre il 70% della differenziata,previsto dal contratto (la Sindaca ha dichiarato che i rifiuti differenziati vengono messi in vendita ma non ha detto quanto si ricava e che fine fanno quei ricavi) avrebbe avuto un effetto e una ricaduta diversa sui cittadini, che in questo caso, si sono sentiti traditi dalla Sindaca e dalla maggioranza che rappresenta. L’aumento delle tariffe SUAP, spese che il richiedente deve corrispondere al Comune relativamente allo svolgimento delle attività di competenza dello“Sportello unico delle attività produttive”,ha completato la 3 giorni di consiglio.
di Michele Lospalluto