Lunedì 7 marzo il consiglio comunale era convocato in seduta monotematica, per esprimere il parere di competenza sulla proposta di realizzare un parco eolico costituito da 12 pale di 250 metri di altezza in località “Lama di Nebbia”. A proposito ha accolto e votato all’unanimità le osservazioni che sono venute fuori da due incontri organizzati da “Altamura in dialogo” e dal “Comitato tutela salute e ambiente”. La nota stonata è stata la assenza delle organizzazioni datoriali e del mondo del lavoro nonostante fossero stati caldamente invitati. Stesso riguardo i rappresentanti politici e istituzionali, anch’essi invitati. Tanto pretestuosa quanto grottesca è stata la motivazione giustificativa della sua assenza addotta dal presidente del Parco Rurale dell’Alta Murgia: la non conoscenza del progetto di un parco eolico mastodontico attiguo al Parco del quale è responsabile. Poca o scarsa attenzione verso il problema o il non deciso coinvolgimento degli stessi da parte della amministrazione comunale? Comunque lo si voglia motivare, il dato non può che destare preoccupazione perché significa che la comunità locale non si confronta su tematiche che rivestono importanza vitale. E, nello specifico, potrebbe mettere a rischio l’accoglimento delle osservazioni puntuali e ragionate di cui si diceva. Tanto più che la congerie geopolitica (Pandemia prima e guerra in Ucraina a seguire) potrebbe giustificare la tentazione di tornare a fare scempio dell’ambiente con il ricorso a fonti energetiche inquinanti e di deturpazione dell’ambiente e del territorio. E’ sconfortante constatare come noi siamo stati e siamo un paese emergenzialista in tutti i settori, dall’ambiente alla sanità, alla questione energetica; e come la nostra classe politica e manageriale manchi di visione: non siamo capaci a realizzare programmi a lunga scadenza, meglio come si diceva qualche anno fa, a breve, a media e a lunga scadenza. Prova ne è che la guerra in Ucraina ha messo a nudo la nostra forte dipendenza energetica dalla Russia, con una pesante ricaduta sui costi energetici e su tutte le merci, a partire da quelle di prima necessità. Questo status non solo ha messo in crisi il mondo produttivo nella sua interezza e in tutti i settori, ma ha ulteriormente allargato le disuguaglianze sociali, colpendo le aree e i soggetti più poveri. In questo quadro, non certo favorevole, è facile che il MITE (Ministero Transizione Ecologica) approvi la VIA (Valutazione Impatto Ambientale), non tenendo conto delle osservazioni inviate alla Direzione Generale per la crescita sostenibile del Ministero e del parere di competenza che il Comune ha inviato alla Regione Puglia, la quale attraverso la giunta esprime la VINCA(Valutazione di incidenza ambientale) avvalendosi appunto dei Comuni e degli Enti interessati. Entro il 27 marzo la Regione deve inviare tutta la documentazione al Ministero per la VIA, essendo la potenza totale del progetto superiore a 30 MW. Per questa ragione è stato chiesto di promuovere l’aggiornamento del piano regionale per le energie rinnovabili dell’intero territorio, finalizzato a conoscere quanta energia dovrà essere prodotta e La individuazione dei siti nei quali devono essere sistemati gli impianti di produzione di
energie rinnovabili con il coinvolgimento dei Comuni. La situazione critica che prima si denunciava, con la partecipazione attiva e consapevole delle comunità e dei territori, potrebbe costituire una occasione propizia per sfruttare fonti energetiche alternative rispettose dell’ambiente, sicuramente convenienti anche dal punto di vista economico e socialmente più eque.
Michele LOSPALLUTO