La mattina del 19 marzo 2022 alle ore 11:30 nel Campo 65 sito tra Altamura e Gravina sulla strada statale 96, sono confluiti i cortei della marcia della pace e del disarmo partiti da Altamura presso piazza Passarelli, e da Gravina presso piazza Scacchi. L’iniziativa, che ha visto la partecipazione di molte Associazioni e movimenti cattolici del territorio, è stata promossa dai Comitati per la pace della Murgia e dalla Diocesi di Altamura Gravina Acquaviva delle Fonti. Sono intervenuti Domenico Bolognese (Campo 65) Lucia Perrone (Anpi Altamura) Rosa Fiore (Anpi Gravina) in cui hanno posto l’attenzione sulla necessità di invocare pratiche non violente nei confronti di qualsiasi essere umano, ponendo l’accento sul pericolo di una degenerazione del conflitto che il governo russo ha provocato nei confronti dell’Ucraina. Per superare l’orrore della guerra, è necessario attivare tutte le misure diplomatiche per la risoluzione del conflitto, non trascurando la difesa del paesaggio, così pure i diritti del lavoro, per ogni donna e uomo di ogni continente.
L’intervento dell’Arcivescovo della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti nonché presidente nazionale di Pax Christi mons. Giovanni Ricchiuti ha evidenziato la necessità di promuovere queste iniziative per sensibilizzare le persone di qualsiasi età, soprattutto le nuove generazioni, con l’importante presenza delle scuole; l’ideale fiume di popolo di pace che è nato dalle due città murgiane rappresenta la pace e la giustizia che si incontrano per portare nella società i fiori della speranza che nascono in questo periodo con l’arrivo della primavera. La necessità di rifarci alle parole di don Tonino Bello, nell’esigenza di esprimere con chiarezza la volontà di evitare qualsiasi forma di militarismo, dando sostegno e solidarietà alle popolazioni sia ucraine che russe che sono le reali vittime di questa guerra inutile e ingiusta. Nella manifestazione ha partecipato padre Florin Carlig, della Chiesa rumena ortodossa e si è registrata la presenza di diversi sindaci del territorio.
Giuseppe Disanto