Sembra scontato affermare che in ogni Stato di diritto un cittadino può iscriversi ad un’associazione, organizzazione sindacale o qualsiasi altro ente di natura privatistica in modo libero e volontario, ovviamente se ne condivide finalità e principi. Tuttavia, in questi giorni i lavoratori di Natuzzi Spa non iscritti al Fondo di previdenza complementare di categoria (Arco) stanno ricevendo una lettera da parte di quest’ultimo in cui viene loro comunicato che, a prescindere se siano d’accordo o meno, sono stati iscritti contrattualmente a questo Fondo privato e, come un regalo di Natale giunto con un po’ in ritardo, l’azienda ha già provveduto a versare 100 euro su ogni posizione individuale, ma tanti succulenti vantaggi attendono i lavoratori se adesso aderiranno esplicitamente ad Arco.
A questo punto, un sindacato indipendente e senza alcuna reticenza qual è Cobas del Lavoro Privato sente il dovere di aggiungere qualcosa a questa ennesima commedia all’italiana:
- è assolutamente scorretto che l’Ente privato Arco invii questa missiva a casa di lavoratori che non hanno mai fornito il consenso a trattare i loro dati personali;
- i 100 euro accreditati dal datore di lavoro presso Arco sono soldi dei lavoratori, che derivano dalla vacanza contrattuale trascorsa da Aprile 2019 ad Ottobre 2020, periodo in cui i salari non sono stati adeguati all’aumento del costo della vita. Pertanto, a posteriori è stato deciso di compensare quel periodo con un’indennità forfettaria di 100 euro. Sarebbe dunque giusto versarli in busta paga a tutti i lavoratori e lasciare la libertà a ciascuno di destinarli alla previdenza complementare oppure far fronte alle proprie necessità immediate;
- ogni centesimo che le aziende versano ai fondi di previdenza integrativa sono il frutto del lavoro svolto da tutti i loro dipendenti, ma viceversa, i soldi vengono versati solo ad una minoranza e poi gestiti dalle stesse aziende assieme ai sindacati che hanno concordato tale sistema, attraverso i Consigli d’Amministrazione di tali istituti privati.
Cobas-Lp per questo continua a battersi affinché ogni lavoratore abbia la possibilità di aderire al fondo di previdenza complementare che ritiene sia più conveniente. La scelta però deve essere davvero libera e non dettata da una coercizione travestita da volontarietà.
L’unica forma di previdenza obbligatoria deve essere quella pubblica che, in quanto tale e a differenza di quella privata, persegue per ragion d’essere il bene generale.
Per questi motivi Cobas-Lp chiede a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori di difendere insieme l’intero sistema di Welfare pubblico, sempre più sotto attacco dell’ideologia liberista, affaristi famelici e lobby private.
Coordinamento Cobas-Lp/Natuzzi Spa