Le diffuse polemiche e i severi commenti sugli addobbi e gli allestimenti natalizi rischiano di essere semplicemente demolitori, o privi di senso e di significato se non si inquadra la questione “decoro urbano” in maniera adeguata. Una città – come Altamura – che ha l’ambizione di candidarsi quale proposta alternativa dei percorsi turistici tradizionali pugliesi (Sudbarese, Valle d’Itria, Salento) deve necessariamente preoccuparsi di curare l’accoglienza, il bello, l’arte quali attrattori di contorno e cornice a contenuti pregnanti.
Gli interventi di arredo urbano vanno inquadrati come interventi di carattere strategico per valorizzare l’immagine di una città che voglia curarsi nei dettagli.
Prendersi cura dell’arredo significa innanzitutto amare il contenitore/città come bene comune. L’obiettivo dovrà essere quello di proporre ai visitatori una atmosfera magica, possibilmente unica ed esclusiva.
Una spesa importante per rendere accogliente il contesto in cui viviamo deve costituire un investimento, alla pari di un bar, o un locale elegante e raffinato che richiami, di per sé, la clientela.
Sotto questo profilo non potrà essere svilito l’impegno di una amministrazione comunale solo perché decide di illuminare le strade principali della cittadina. Né può essere censurata la impresa che si sia impegnata nel mettere a disposizione la propria professionalità ed esperienza. Anzi!
Il problema che un saggio amministratore dovrà porsi, piuttosto, è quello di spendere bene le risorse della comunità pensando ad allestimenti che possano richiamare visitatori e turisti nel territorio e che possano essere reimpiegati nel tempo.
Insomma, le luminarie non possono essere un costo fine a se stesso. Semmai un investimento che deve essere idoneo a sollecitare interesse, attrazione, curiosità. E un investimento serio richiede una testa pensante, una idea, un progetto che possa caratterizzarsi per qualità ed originalità.
Una ipotesi progettuale che possa essere implementata nel tempo e che tenga conto anche di costi. Altrimenti si rischia di alimentare ombre e non luci.
E’da apprezzare la creazione artistica adottata dalla Chiesa Fornello in Altamura, laddove padre Saverio Colonna ha dato la possibilità ad un artista catalano di decorare e “riscaldare” la casa/chiesa sulla base di un progetto che ha valorizzato, con semplicità e arte, contenitori della tradizione agricola locale (cestini di vimini riempiti di piccole luci) combinati con tele e dipinti che richiamano il paesaggio della Murgia.
E’un esempio, quello che don Saverio ci ha offerto, che potrebbe ispirare chi amministra (senza senso, logica, criterio e responsabilità) facendo evaporare in maniera affatto proficua, in assenza di un impianto progettuale, i soldi di una comunità.
Gianni MORAMARCO
Le ombre delle luci di Natale
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