Dal 1 al 12 novembre a Glasgow si svolgerà la “26° Conferenza delle Parti” sul cambiamento climatico (COP 26), voluta dalle Nazioni Unite. Per questa ricorrenza Papa Francesco, il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, l’arcivescovo di Canterbury Welby uniscono le Chiese cristiane per pregare affinché i leader mondiali sappiano ascoltare il grido della terra e dei poveri, Di fronte ad enormi catastrofi non si può più ritardare a prendere decisioni per salvare l’universo. Le scoperte astronomiche degli ultimi anni rivelano le relazioni tra il mondo celeste e quello umano. Più questo viene inquinato più quello viene influenzato negativamente e reagisce inviandoci disastri improvvisi. L’esperienza negativa ci fa gridare per l’impossibilità a difenderci con i mezzi insufficienti in possesso. I leader promettono da tempo di ricorrere ai ripari, ma da molti anni non sono capaci di eliminare le cause dell’inquinamento atmosferico perché non si vuole rinunciare ad una politica di arricchimento dalle energie inquinanti. 25 Conferenze organizzate in tanti anni non sono riuscite a dare risultati positivi. Ora si alza la voce che “siamo sull’orlo dell’abisso” se continua una politica che non sa affrontare il cambiamento del clima con energie pulite investendo miliardi, invece di sprecarli in armamenti nucleari sempre più efficienti pronti a distruggere il nemico, che è ormai l’umanità. Per la prima volta si uniscono le tre religioni più rappresentative dell’Europa per dare un contributo morale e culturale, per convincere le coscienze ed invocare Dio a convertire i capi delle nazioni ad una politica di pace per il bene di tutti i popoli. Gli egoismi nazionali per una lotta di suprematismo hanno portato sempre alle grandi guerre, specialmente quelle del 1900. Perché l’esperienza della storia non riesce quasi mai ad insegnare il meglio nella vita del futuro? Le ideologie e l’orgoglio dell’egoismo sono radici demoniache dentro la natura umana, che possono essere distrutti soltanto con uno spirito di solidarietà universale che parte dall’interiorità, voce di Dio. Si sono istituite da tempo le giornate di volontariato per pulire spazi inquinati da rifiuti gettati da incoscienti. Anche in cortili condominali si vedono a terra cicche di sigarette, buste sparse in aiuole, bottiglie di bevande, ora anche per strada mascherine anti Covid; in periferia materassi, gomme di macchine, materiale edilizio e tant’altra roba da discarica. Si denuncia all’autorità competente per pulire, ma dopo la raccolta dei rifiuti, quegli spazi puliti si ritrovano sporchi come prima. Chi accusare? Quale autorità? Chi può guarire una coscienza marcia che fa danno alla città, all’ambiente, alla terra, al clima universale? Il messaggio dei tre leader religiosi invita a non trovare solo “comode soluzioni a breve termine momentanee e apparentemente poco costose”, ma ad una totale conversione della politica, ad un’economia civile e non di sfruttamento, alla collaborazione e non alla competizione per le risorse. Dunque cambiare rotta e scoprire nuovi modi di lavorare per il bene di tutti. La giustizia solidale è capace di aiutare i poveri, i più svantaggiati dalla distruzione della biodiversità, causata dal clima malsano. Essenziale è la formazione alla vita “come autocontrollo per la cura del creato in ogni comunità, chiesa, città e nazione”.
Vincenzo Basile