Il Foyer de Charitè, istituito nella parrocchia intitolata a san Sabino nella zona di Fornello, è sorto per opera di padre Francesco Saverio nel 2012. La “Casa Fornello” dopo nove anni accoglie coloro che sentono il bisogno di vivere una spiritualità più intensa con ritiri per alcuni giorni. Il primo “Focolare di luce, di carità e di amore” è creato in Francia nel 1936 per ispirazione della mistica e veggente Marthe Robin, morta nel 1981 e ora in processo di beatificazione. Sono presenti nel mondo più di 80 Focolari, tendenti anche a formare Comunità di uomini e donne, che sull’esempio dei primi cristiani, mettono in comune i beni, le competenze e i carismi. Questa scelta radicale è una vocazione libera, ma per tutti è invito a diffondere l’amore di Cristo con il dono del sacrificio e della solidarietà. Essi sono oasi di carità attuati con esercizi spirituali “per offrire aiuto a chi desidera cercare un senso alla propria vita”. La preghiera e lo spirito fraterno, il silenzio e la meditazione sono le basi per ritrovare se stessi nel turbinio del materialismo pratico della società civile, politica ed economica. Ogni foyer promuove anche attività sociali per venire incontro a singoli, famiglie e gruppi che si trovano in situazioni di crisi di esistenza o per sviluppare al meglio le proprie facoltà interiori. Padre Francesco Saverio, Rosa Leggiadro e gli amici del Focolare aprono sempre le porte dell’accoglienza. Esso si delinea nella struttura fondamentale con novità di organizzative stabilite tra la venerabile Marthe e Padre Finet, che dirige i primi foyers a Chateauneuf: i ritiri spirituali di una settimana, piccoli gruppi, scambi di esperienze alla conclusione, vivere in comunità nella sede degli incontri formativi. Anche a Fornello i ritiri non sono “una meta, ma una sosta nel cammino per chiudere gli occhi alla società esteriore e riaprirli con uno sguardo nuovo, attento e fiducioso sulla propria esistenza e su quella altrui”. Ad Altamura essi si svolgono per parecchi mesi dell’anno secondo le richieste pervenute da messaggi anche digitali. Infatti il ritiro di luglio-agosto scorso si è svolto con un gruppo di dieci giovani non altamurani, di cui una coppia di coniugi. Don Saverio è responsabile di Fornello dal 1993 come economo provvisorio e dopo due anni come parroco. La sua pastorale si espande ai fedeli che risiedono in campagna, tanto che nell’ultimo anno ha battezzato 20 bambini. Non ancora parroco, la Provvidenza ha indicato di formare una comunità di recupero dalla droga, come prima preparazione da inviare gli infermi agli istituti di accoglienza attrezzati con medici e psicologi. Un giorno un giovane si presenta al viceparroco della Cattedrale chiedendo aiuto. Don Saverio lo porta con sé a Fornello tutti i giorni per sistemare gli ambienti per un po’ di tempo. Nel frattempo lo convince ad entrare in una struttura pubblica efficiente. Egli pensa di aver terminato quell’aiuto, ma si presenta un altro, poi un altro ancora; la fama di “Casa di recupero” si diffonde fino a raccogliere 200 persone. E’ un lavoro enorme per il quale viene affiancato da volontari che iniziano la comunità di carità e di preghiera. L’ampia chiesa, costruita dall’Ente Riforma Fondiaria negli anni ’60, è dedicata a san Giuseppe Lavoratore. In circa 20 anni di lavoro pastorale è stata perfezionata la nuova formula di accoglienza aperta a tutti, anche di altri paesi, desiderosi di un’oasi spirituale circondata da una natura rurale.
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