L’agroalimentare non è solo il fatto di stare seduti a tavola o fare la spesa, ma è anche attenzione alle risorse ambientali, avendo uno sguardo più ampio per salvaguardare prodotti e ambiente.
Credo che nel mondo, quando si parla o si pensa all’Italia, oltre che all’arte, al paesaggio e al cuore degli italiani, si pensa anche al buon cibo e alla dieta mediterranea patrimonio immateriale dell’umanità.
Cosa c’è però di più materiale di una buona abbuffata?
Al di là della battuta, quando si parla del settore agroalimentare nel nostro paese, parliamo di un mondo vasto che presenta aspetti e sfumature diverse. Basti pensare alla diversità di tradizioni culinarie, colture e prodotti locali che vanno dal Trentino alla Sicilia. In Italia esistono, ad esempio, ben 533 varietà di olive contro le 70 della Spagna e sono ben oltre 5000 i prodotti tradizionali e regionali censiti e registrati come unicità nel territorio.
L’interesse ai prodotti locali è una grande opportunità di sviluppo, anche a livello occupazionale per la lavorazione e trasformazione dei prodotti stessi.
Questa immagine della bella Italia non ci deve far dimenticare come anche il turismo sia legato al comparto agroalimentare. Si possono contare a centinaia le strade dei sapori e manifestazioni enogastronomiche.
Una strada del vino bianco o del prosecco parte dal castello di Conegliano e attraversando ridenti vallate di vitigni passa per Valdobbiadene e arriva a Cortina d’Ampezzo capitale delle Dolomiti. E la strada del vino rosso o del raboso parte sempre dal castello di Conegliano e seguendo il corso del Piave (fiume sacro alla Patria), arriva al mare. Montagna e mare legati da una miriade di ricette e tradizioni.
Che dire poi del nostro Sud dove queste tradizioni popolari risalgono a tanti secoli addietro. Certamente i prodotti locali meridionali hanno dei sapori unici dati dal calore del sole. Bisogna stare attenti a non discriminare i prodotti di altre località perché ogni prodotto è unico.
Dai dati della analisi del Rome Business School Research Center, oggi il 20% degli italiani compra cibi ritenuti “Sani” più spesso e dichiara che il mantenimento di uno stile di vita sano è diventato importante. Quasi il 40% degli italiani mangia frutta e verdura fresca con maggiore frequenza. Ma non c’è solo una maggior conoscenza dell’origine dei prodotti. Secondo l’Ipsos in occasione della giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità, oltre il 90% degli italiani ritiene le nostre eccellenze agroalimentari a forte rischio a causa dei cambiamenti climatici. Molti si dicono preoccupati per la scarsità d’acqua e per fenomeni atmosferici sempre più violenti e si rendono disponibili a cercare di ridurre lo spreco di cibo e acqua.
Bisogna allora anche cambiare radicalmente il nostro rapporto con l’ambiente che ci circonda rispettandolo e amandolo.
Vito Bottolo