Non spegniamo la luce che cominciamo a vedere in fondo al tunnel
Quale dittatura, quale libertà.
Come si fa a non immunizzarsi con una malattia terribile come questa che ha ucciso senza distinzioni?
A chiederselo, “in un tempo di ignoranza, di violenza, neanche più repressa” è la senatrice a vita Liliana Segre. Parlando a Pagine Ebraiche riflette sulle piazze anti vax e sulla “follia di paragonare le disposizioni sui vaccini alla Shoah”.
Di fronte all’allarme degli ospedali per l’aumento dei ricoveri e dei posti occupati in terapia intensiva, all’impennata dei contagi e del tasso di positività, la domanda che si impone è come si possa parlare di dittatura sanitaria e dove inizi e finisca la libertà individuale.
“Se uno vuole vedere il complottismo ovunque, resti a casa. Da solo” continua Segre “Non giri per le strade, non vada nel mondo, non danneggi gli altri. Poi lo so, di solito chi fa quelle scelte non si preoccupa del prossimo”.
Dello stesso tenore le parole della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, quando ricorda che le manifestazioni non erano autorizzate. “Vaccinarsi è fondamentale per superare questa pandemia: tutti i provvedimenti del governo sono stati presi per tutelare la salute pubblica e perché la vera libertà è poter andare dove si vuole senza danneggiare gli altri”.
Ma qual è la situazione in Puglia?
“Da noi – commenta dell’assessore Pier Luigi Lopalco – sono poche centinaia i medici e gli infermieri del servizio pubblico che hanno rifiutato il vaccino: situazioni sotto monitoraggio. Se però a questi si aggiungono gli Oss (operatori socio sanitari), i dipendenti delle strutture private, i fisioterapisti, i farmacisti e i liberi professionisti, allora il numero è plausibile”.
VITO BOTTOLO