PRESENTATI I RISULTATI DEL PROGETTO DEL CAMPO PRIGIONIERI DI GUERRA 1942-43. I PROTAGONISTI GLI STUDENTI E I DOCENTI DEI DUE LICEI
In una piazza gremita, numerosa la presenza di giovani, l’Associazione Campo 65, dopo diverse iniziative nonostante la pandemia, ha presentato il progetto per il recupero e la valorizzazione dell’ex campo prigionieri e profughi. Il progetto è finanziato dalla Regione Puglia e sostenuto dal Comune di Altamura. I protagonisti della serata sono stati i luoghi, i segni, le memorie, le persone che hanno abitato quei luoghi, ma i veri protagonisti in assoluto sono gli studenti dei due licei, scientifico e classico e i loro docenti che hanno preso in mano documenti da tutto il mondo, dai vari archivi e dai diari personali dei prigionieri custoditi dai figli e li hanno tradotti.
L’Associazione ha iniziato in solitudine poi si sono aggiunte altre associazioni e volontari, tra cui guide turistiche. Importante si sta rivelando il contributo delle Università di Bari, Matera e Foggia per la ricerca, a breve ci saranno gli scavi, e quello del 7° Bersaglieri che sta fornendo documenti importanti del Campo abitato da 12.000 prigionieri, con spazi ridotti, servizi molto limitati e scarsissime disponibilità di viveri. Sono intervenuti l’ex consigliere regionale Colonna, che ha sottolineato il suo impegno per far finanziare quei luoghi, l’on Masi che si è impegnata a presentare una proposta di legge per far diventare il Campo monumento nazionale. E’ stato presentata una mostra in digitale, fatte di varie foto di prigionieri, un documentario nel quale si fa la storia del Campo e anche proposte per un suo proficuo recupero e un cortometraggio realizzato da alcuni studenti, il cui tema è la libertà. L’impegno dell’Associazione Campo 65 è quello di presentare questi documenti nelle scuole, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria nelle giovani generazioni a cui oggi appartiene.
La serata è terminata con l’esibizione musicale di Maria Moramarco e di Luigi Bolognese del gruppo Uaragniaun’ che hanno presentato un brano inedito, prima letto in dialetto e poi cantato in dialetto (il dialetto sta a significare il dramma di una notizia tragica acquisita da una madre che a stento era in grado di leggere) e poi in inglese (a significare che quel tipo di perdita dolorosa era ed è senza confine). Il testo (la musica è scritta da ambedue) è una lettera struggente di un prigioniero, il cui testo è stato scritto dalla Moramarco, ispirata alla poesia dei war poets inglesi e in particolare a Siegfried Sassoon.