L’intelligente proposta del nostro concittadino, avv. Gianni Moramarco, di estendere il titolo di candidatura di “Capitale della Cultura” anche a livello Regionale, dopo quella Europea e Italiana, è di grande interesse ed è convalidata da due buone ragioni. La prima è la consapevolezza dei cittadini di diventare protagonisti della loro storia e del loro futuro; la seconda starebbe nella disponibilità degli stessi ad un modo nuovo e partecipativo di promuovere il “patrimonio”, che mette in competizione i “territori comunali” della stessa Regione. Prontamente è stata rilanciata da un incisivo commento del Prof. Michele Gismundo, attento osservatore del territorio Murgiano, sul sito di “Algramá”. E mi è stato di stimolo a inoltrare la presente ai responsabili istituzionali della Regione Puglia, al nuovo assessore alla “Cultura e Turismo” Massimo Bray ed in particolare al Presidente Emiliano per concorrere a cambiare la narrazione della nostra terra. Condivido, perciò, l’idea progettuale dell’avv. Moramarco, peraltro già sperimentata in occasione del riconoscimento di Capitale della Cultura Europea 2019 assegnato a Matera. Il termine “i.d.e.a” è l’acronimo di “istituto demo-etno-antropologico” e ha rappresentato la posta principale del dossier della candidatura di Matera 2019. La narrazione motivante la richiesta è risultata vincente perché ha coinvolto oltre che quasi tutta la Basilicata, anche buona parte della Puglia interessata con i suoi innumerevoli tesori, conosciuti, si, ma non abbastanza, che è doveroso tornare ad esaltare e a segnalare. Tanto merita, infatti, un Patrimonio composto da Fortezze e Castelli presenti a Castel del Monte, a Gravina, a Melfi, a Gioia, ad Oria, a Venosa; e da Cattedrali Romaniche a Bari, ad Altamura, a Troia e a Lecce con il suo Barocco, che ha attirato numerosi “buyers” turistici nazionali ed internazionali. Nella Conferenza dei Consigli Regionali Italiani del 2010 fu redatta la “Carta di Matera” per parlare di Città, di Sud, di Cultura, di Politica e in particolare di cooperazione tra i territori, specie quelli confinanti. Discorso che va ripreso, ovviamente, aggiornando la “stessa” alle novità e alla evoluzione della conoscenza della storia dei diversi territori, e mettendo da parte campanilismi o effimere rivalità.
Al concorso del 2018 la città di Altamura, purtroppo, non ebbe successo. Anche la città di Bari ci ha provato e pur essendo risultata tra le prime 10 finaliste non è stata scelta; al suo posto per il 2022 è stata preferita l’Isola di Procida della Regione Campana. Forse, se nella progettazione iniziale di Bari fossero state coinvolte le città di Taranto, di Altamura, di Gravina e di Matera e le eccezionali loro bellezze culturali e naturali si poteva attendere un esito diverso. Questi giorni è stata protocollata una intesa tra le città di Matera e di Bari per ospitare il summit internazionale dei Ministri degli Esteri e delle relative delegazioni del “G.20” che si terrà il 29 Giugno di quest’anno. Fa bene, perciò, l’amico Gismundo ad entusiasmarsi della idea, che merita condivisione e che chiama in causa i rappresentanti istituzionali, in particolare i Sindaci della Puglia e i Consiglieri Regionali dei nostri Territori (Paolicelli e Stea) i quali potrebbero assumere una iniziativa legislativa per la “istituzione” della Capitale della Cultura in Puglia da iscrivere nel Bilancio Annuale della Regione con un’adeguata dotazione finanziaria.
Pietro Pepe