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Con la seconda ondata di Pandemia il nostro disorientamento sociale si è aggravato con nuove paure e nuove incertezze. Al blocco delle attività economiche, all'aumento della disoccupazione e alla problematica tenuta del sistema sanitario si è aggiunta una seria confusione istituzionale tra lo Stato, le Regioni e i Comuni. Non è mancato, a completare l'opera, il chiasso nella comunicazione e le relative manifestazioni di protesta e di rabbia ed in qualche caso di violenza, con i soliti gruppi di fascisti, anarchici e mafiosi, sempre pronti a diffondere parole di odio e a fare danni. A mio avviso, però, la preoccupazione maggiore è da ricercarsi nell'assenza delle relazioni sociali e culturali ad ogni livello, nazionale e locale, che sta mettendo in crisi la società italiana ed in special modo il mondo della Politica. Infatti la stessa è stata privata del fondamentale supporto del pre-politico basato sulla lettura, sui seminari di studi, sui corsi di formazione, sui congressi, su convegni, sugli incontri, sul cinema, sul teatro, sul dialogo, sul confronto e sulla proposta. Questo vuoto di pensiero mi ha spinto, intanto, a sollecitare l'attuale classe dirigente politica a non restare indifferente e a reagire recuperando il suo indispensabile ruolo con l’apertura, da subito, di un dibattito ad ogni livello. Scriveva Galileo Galilei che "dietro ogni problema c'è un'opportunità"! Anche perchè la grandezza della politica si manifesta proprio nei momenti difficili e quando ricerca il Bene Comune. A proposito mi piace ricordare cosa ha potuto fare, (e in pochissimo tempo!) una classe politica, quella che ha sofferto il secondo conflitto mondiale, composta da persone appassionate, preparate, disinteressate, che avevano come primo obiettivo quello di contrastare con ogni mezzo il ritorno a forme di governi illiberali e antidemocratici; e contestualmente garantire i diritti di cittadinanza a tutti a cominciare dai beni essenziali: la casa, il lavoro, l’istruzione e il servizio sanitario universalistico. Persone cristianamente ispirate che hanno trovato la bussola per la loro azione politica nel magistero sociale giovanneo e paolino (GIOVANNI XXIII e Paolo VI) e nel profondo convincimento della ineludibile strutturazione parlamentare della nostra democrazia. Da queste persone e in questo humus è nata la nostra Carta Costituzionale che, senza tema di essere smentiti, possiamo affermare essere una delle migliori al mondo; anche perché scritta da più mani e pensata da più teste con storie politiche e umane diverse ma accomunate da ispirazioni e valori condivisi. La carica etica e morale che trasuda dalla definizione che Paolo VI diede della politica - “la più alta espressione della carità cristiana”- contiene la condanna di tutte le espressioni di populismo e di demagogia e soprattutto di quei Politici meschini che per guadagnare consenso, per interessi personali e per rimanere al potere strumentalizzano politicamente quella che loro chiamano furbescamente ‘la cultura del Popolo’ , (ma che tale non è !) e allo scopo non si fanno scrupolo di alimentare paure e rabbia con un cinismo disumano. Premetto che da tempo nel nostro paese c'è una forte domanda di "sana Politica" che tenga lontano pressioni ed interessi particolari, vizi e corruzioni e scelga di dedicarsi alle Buone Pratiche in ogni situazione, e a riformare le istituzioni impolverate e prive di efficacia. Purtroppo la ‘cattiva’ politica, assieme all'antipolitica, ha prodotto in questi anni danni enormi distruggendo apparati e classi dirigenti competenti favorendo, così, improvvisazione e superficialità sicchè ha spinto i cittadini a rifiutarla, a disimpegnarsi e ad astenersi dal praticarla. Il mio appello è rivolto a tutte le Forze Politiche e a tutti i Partiti. Ma desidero indirizzarlo in modo particolare al Partito Democratico e al mondo "Cattolico" che conosco un po' di più, invitandoli a non rimanere indifferenti, e a riprendere la Parola attingendo a piene mani alle fonti riconosciute e a me molto care come la Carta Costituzionale Italiana, la Dichiarazione dei Diritti Universali dell'uomo, la Dottrina Sociale della Chiesa e le Encicliche Sociali dei Papi che sono veri doni culturali impregnati di umanità, di universalità, di carità e di solidarietà al servizio di tutti , credenti e non credenti. Partendo da questi presupposti e principi e dotandosi di strumenti adatti ai tempi, si può sperare in una rigenerazione della politica. I tempi e i problemi che stiamo vivendo non ammettono rinvii!